Mountain Bike

Sennariolo: torri, chiese e malvasia · Novembre 2024

Direttamente dal racconto di uno dei protagonisti, Paolo Marras

Sennariolo, uno dei comuni più piccoli della Sardegna, sorge al limite settentrionale del Montiferru ed è il punto di partenza ideale per l’escursione di oggi che ci porterà fino alle coste della Planargia, caratterizzate dalla presenza di tre torri spagnole, triste ricordo delle incursioni saracene che per secoli hanno flagellato la nostra isola.

Mentre percorriamo le sue viuzze restiamo piacevolmente colpiti dai tanti murales che decorano i muri delle case offrendo al visitatore scorci del passato del paese e dei suoi antichi abitanti.

A pochi km dal paese sorge, sul colle omonimo, la chiesa campestre di Santa Vittoria, così consacrata in ricordo di una leggendaria vittoria sui mori; dalla sommità del colle è possibile godere di una vista panoramica sulla costa che andremo a percorrere in sella alle nostre mountain bike.

Siamo in agro di Tresnuraghes dove, a cavallo tra il XVIII e il XIX secolo, il governo sabaudo tentò di impiantare in questo territorio un’attività industriale, così sulla riva destra del Riu Mannu e a poca distanza dalla sua foce (incontreremo entrambi tra poco) fu eretta “sa fabrica de su paperi”, una cartiera che avrebbe dovuto sfruttare le condizioni ambientali e geografiche per produrre carta, e che mai entrò in funzione. Oggi, di quel progetto, rimangono le imponenti mura esterne dell’edificio, divenuto meta di escursionisti e sfondo per le nostre fotografie.

Un luogo particolarmente caro agli abitanti di Tresnuraghes è il colle di San Marco e il santuario campestre che sorge in cima. Il colle, come testimoniato dalle domus de janas scavate sul fianco meridionale, è frequentato già in epoca preistorica. Anche da questa cima è possibile spaziare, con lo sguardo, sulla zona circostante a 360°.

Siamo giunti sulla costa: dal promontorio di Foghe possiamo sorvegliare la foce del Riu Mannu, magari dalla Torre, detta appunto di Foghe, edificata per il controllo di quella che era un’importante via d’acqua verso l’interno e un luogo privilegiato di approvvigionamento di acqua dolce per marinai e pirati.

Risaliamo la costa in direzione nord su una piacevole sentiero sterrato fino alla torre di S’Ischia Ruja, altro presidio difensivo di questo tratto costiero; purtroppo l’edificio non appare in buone condizioni e le dedichiamo un’occhiata durante una breve sosta per uno spuntino.

Percorriamo un breve tratto su asfalto fino a raggiungere l’area del cantiere forestale di Tresnuraghes; gli stradelli al suo interno ci consentono un agevole transito fino alla costa e alla torre di Columbargia, terzo presidio difensivo del territorio, in collegamento visivo a sud con le duetorri già viste e a nord con la torre di Bosa. Al momento dell’escursione la torre era interessata da lavori di restauro e consolidamento eingabbiata dai ponteggi del cantiere.

Comincia da qui il rientro verso il punto di partenza: dopo un breve tratto sabbioso tra la vegetazione raggiungiamo nuovamente l’area del cantiere forestale risalendo di buon passo fino a ritrovare l’asfalto (per qualche km) e una opportuna scorciatoia che ci riporta velocemente inprossimità del colle di San Marco.

Le ultime di salite si fanno sentire sulle gambe, ma i km da pedalare sono sempre meno; inoltre all’arrivo (complice la conoscenza con il sindaco di Sennariolo) ci aspetta un “assaggio” di malvasia, una delle eccellenze di questo bellissimo territorio sospeso tra il mare e la montagna.

Personaggi e interpreti di questa escursione:

  • Sandro Donaera
  • Patrizia Ariu
  • Livio Masala
  • Raffaele Sanna Randaccio
  • Paolo Marras

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Una domenica sul lago · 2011

Direttamente dal racconto di uno dei protagonisti, Paolo Marras

Domenica ti porterò sul lago” assieme a una banda di cento e più bikers che fin dalle prime ore del mattino si sono messi in viaggio dal Nuorese, dal Cagliaritano, dal Sassarese, dalla Baronia e dall’Oristanese. Siamo in tanti, rivedo con piacere tanti visi sorridenti e conosciuti con cui ho già condiviso chilometri di sterrati e momenti che ricordo sempre con piacere, a scoprire nuovi panorami di un’isola che è “quasi un continente” [cit.].

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Sapessi amore mio come mi piace, uscir quando Oristano dorme ancora” dico a mia moglie mentre ci mettiamo in auto. Appuntamento in Pratz’è Bois, dove per l’ennesima volta ci riuniamo prima di partire, incolonnati, verso la destinazione che oggi è Ghilarza, nella piazza dove sorge la chiesa di San Palmerio e la vecchia Torre Aragonese. Da lì partiremo per questa escursione in riva al lago.

A guardarci intorno siamo in tantissimi, e altri arrivano ancora. Alla fine si viene a sapere che eravamo più di cento a pedalare in giro, tra Ghilarza, Soddì e Zuri, e ancora di più a pranzo, con la presenza delle famiglie che hanno scelto di seguirci, e che hanno usufruito del trenino panoramico per una domenica da vivere all’aria aperta.

Sterrati, pietraie, pozzanghere e fango mentre attraversiamo le campagne fuori Ghilarza, diretti verso il lago Omodeo, discese tecniche da percorrere quasi in apnea, avvertendo scariche di adrenalina quando si affrontano le rocce e il single track. E quando la tecnica e l’esperienza non bastano più si scende a piedi, perché per passare una piacevole giornata in mountain bike non è indispensabile essere campioni, ma solo aver voglia di vivere giornate come questa, nella quale è possibile riconciliarsi con la Terra, e vedere i meravigliosi scorci del Guilcer così come l’autunno lo ha colorato.

Amore mio che fame spaventosa dev’essere quest’aria innaturale”, pura e tersa, tanto da vedere i paesi sul versante opposto del bacino; non c’è strada da seguire, solo le tracce delle ruote di chi ci ha preceduto. In fila indiana o affiancati percorriamo un piacevole tratto in free ride costeggiando le placide acque del lago. Qua e là si scorgono resti di antichi muretti a secco che, con l’arrivo delle piogge verranno sommersi. Ritroviamo il sentiero che ci porta verso l’asfalto, si sale verso Zuri; nel piazzale della splendida chiesa salvata dalla acque ci ricompattiamo, e mentre visitiamo la chiesa e facciamo fotografie arriva il trenino panoramico con gli accompagnatori. Uno spuntino mentre si ride e si scherza tutti assieme prima di affrontare gli ultimi chilometri d’asfalto; si torna a Ghilarza tutti assieme dietro il trenino, un’allegra e colorata ciclopedalata per fare amicizia, parlare e raccontarci ciò che è stato, anticipo del terzo tempo che avrà luogo da lì a poco, in ristorante. E ancora foto, e chiacchiere e risate, tutti assieme.

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Che domenica bestiale, la domenica con VOI”

 

Grazie ai FEURRA BOYZ che hanno confezionato uno splendido giro: hanno saputo tenere a bada così tanti scavezzacollo e assistito in maniera splendida gli/le esordienti e chiunque fosse in difficoltà.

Grazie alle Amministrazioni comunali di Ghilarza e di Soddì che hanno offerto un contributo importante per la riuscita di questo evento.

Grazie a tutti coloro che hanno immortalato i momenti più interessanti dell’escursione con foto e video.

Grazie per i colori e l’allegria, un gruppone così credo si sia visto raramente da quelle parti, grazie per aver mostrato il lato migliore della nostra passione e grazie agli amici di sempre, a tutti coloro che ho rivisto dopo tanto, troppo tempo: pedalare con voi ha sempre un qualcosa di speciale. Grazie a tutti coloro che ho avuto l’occasione di conoscere con l’augurio di rivederci presto sui pedali e anche dopo.

Grazie a Fabio Concato al quale ho rubato alcune frasi della sua canzone.

Attrus annus mellus!

 

Le foto sono di: Manuel Gherardi, Mario Mascia, Paolo Mura, Lucio Serra e Franco Tucconi.

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Amici di Mountain Bike · San Giovanni di Sinis 2010

Domenica 13 giugno 2010. A San Giovanni di Sinis, località marina di Cabras, in provincia di Oristano si svolge il Terzo Memorial «Nello Menna» di mountain bike. Nella foto alcuni amici fotografati prima della partenza.

Da sinistra

Mario Pani, Luca Piras, Samuele Cocco, Rita  · · · · · , Antonio  · · · · ·

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Alghero/Fertilia: mare, natura e storie di guerra · maggio 2024

Direttamente dal racconto di Paolo Marras

Fertilia nasce negli anni ’30 del XX secolo per volontà del regime fascista; inizialmente è popolata da famiglie provenienti dal ferrarese e, dopo la guerra (che ha lasciato indelebili segni nel territorio circostante), da profughi provenienti dall’Istria e dalla Dalmazia.

La nostra escursione settimanale parte dalla periferia del centro abitato, all’inizio della ciclabile che corre parallela alla SS 127bis in direzione ovest costeggiando la pineta de S’Arenosu. Alla prima occasione utile ci addentriamo tra gli alberi percorrendo un semplice e piacevole sentiero sotto i pini.

L’ascesa di Monte Doglia è lenta e costante sulla strada costruita dai militari per l’accesso alle postazioni antiaeree e antisbarco. Il sole di questo caldo aprile regala al panorama luci e colori meravigliosi. In vetta dedichiamo diversi minuti all’esplorazione delle antiche postazioni militari.

Scendiamo velocemente di quota su una sterrata non troppo tecnica lungo la quale furono eretti una serie di fortini “vista mare”: penso ai ragazzi di allora, alla precarietà della loro condizione di soldati, alla paura che potevano provare e spero che lo spettacolo del mare abbia offerto loro momenti di serenità.

Attraversiamo la SS 127bis all’altezza del nuraghe Palmavera, diretti alla frazione di Maristella, e da qui all’aspra salita di Monte Pedrosu: siamo all’interno del complesso forestale di punta Giglio, una vasta area verde in riva al mare con vista sulla baia di Porto Conte.

Raggiungiamo Punta Giglio: qui, le vecchie infrastrutture militari sono state interessate da lavori di restauro e trasformate in un punto ristoro con annessa foresteria dove è possibile rifocillarsi e (volendo) consumare un pasto. All’interno, tra le altre cose, sono state restaurate delle scritte che, durante il regime fascista, campeggiavano in tutta Italia. La Soprintendenza Archeologica ha espressamente disposto la conservazione e il restauro delle scritte storiche ai soli fini della conservazione storica. Al di là delle fedi politiche condivido le motivazioni della Soprintendenza e la tesi secondo la quale“chi non conosce la storia è condannato a ripeterla”.

Percorriamo un bel sentiero sotto un bosco di pini, in un paio di occasioni dobbiamo scavalcare tronchi abbattuti dagli elementi e dalla vecchiaia, passiamo per le spiagge del Lazzaretto e delle Bombarde prima di affrontare il single track di Punta Negra che, di fatto, conclude questa bella escursione.

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Domusnovas: boschi, miniere e tanto altro · marzo 2024

Direttamente dal racconto di Paolo Marras

Oristano. Sabato 30 marzo, ore 6.20

La solita levataccia del fine settimana; prima o poi la smetterò di andarmene in giro per l’isola a cercare emozioni. Ma non oggi, anche perché è da tempo che penso alla possibilità di organizzare un’escursione nel territorio di Domusnovas senza mai riuscire a concretizzare l’idea.

Domusnovas. Sabato 30 marzo, ore 8.45

Antonio e Egidio (che definisco “eroici” per aver affrontato i 200 km di 131 per farsi trovare puntuali al punto di partenza) mi aspettano da diversi minuti davanti alla grotta di San Giovanni assieme a Nanni. Arriva anche Irving. Ok, ci siamo tutti.

Domusnovas. Sabato 30 marzo, ore 9.15

Paghiamo il ticket per l‘attraversamento della grotta (consultare il sito per orari di transito e importo pedaggio https://www.grottasangiovanni.com/) e cominciamo a pedalare in un luogo fuori dal tempo, a metà tra il sogno e la fiaba, immersi nel silenzio, grati di poter godere di uno spettacolo senza uguali, uno dei tanti luoghi speciali della nostra Madre Terra.

Domusnovas. Sabato 30 marzo, ore 9.50

Comincia una lunga serie di salite tra i boschi del Marganai. Qua e là i ruderi degli edifici e gli scavi ci rammentano che questa è terra di miniere, di duro lavoro, di fatica.

Domusnovas. Sabato 30 marzo, ore 10.24

È tempo per una breve pausa. Recuperiamo le energie e ne approfittiamo per guardarci intorno: siamo circondati da un ambiente naturale bellissimo e selvaggio che lentamente sta riconquistando ciò che l’uomo gli aveva sottratto con il suo lavoro.

Domusnovas. Sabato 30 marzo, ore 12.55

Il sentiero corre veloce sul fianco del colle. Stiamo percorrendo un antico cammino minerario le cui origini si perdono nelle nebbie del tempo; è un luogo ricco di storia e di storie, dove il passato prende le sembianze del Tempio di Antas. Ci fermiamo per scattare delle foto prima di riprendere il cammino.

Domusnovas. Sabato 30 marzo, ore 14.39

Il sentiero risale con pendenze pedalabili fino all’antico villaggio di Malacalzetta, le cui origini si fanno risalire al medioevo e al periodo della dominazione pisana su queste terre. Percorriamo in silenzio le vecchie strade tra gli edifici abbandonati; qua e là si intravedono ancora tracce di vite vissute tra quelle mura.

Domusnovas. Sabato 30 marzo, ore 16.02

Finalmente una discesa, peccato che il fondo sia decisamente tecnico e impegnativo; facciamo scorrere le ruote tra le pietre alla continua ricerca della traiettoria migliore, talvolta aiutandoci con i piedi per correggere eventuali errori.

Domusnovas. Sabato 30 marzo, ore 16.20

Un ultimo strappo ci porta al single track noto agli escursionisti come “sa ‘ia ‘e su vagoni”, così chiamato perché ripercorre il tracciato di una linea a scartamento ridotto che trasportava i materiali estratti verso Domusnovas. Rimossi i binari il tracciato è diventato un adrenalinico sentiero che bypassa la grotta di San Giovanni anche grazie a una breve galleria scavata nella roccia. È l’ultimo, emozionante momento di questa giornata straordinaria.

Oristano. 30 marzo, ore 18.30

Eccomi a casa. Sono stanco, e ho fame. E ho ancora negli occhi i momenti più emozionanti e spettacolari di questa giornata bellissima.

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Tra le Giare-Escursione in Marmilla · marzo 2024

Direttamente dal racconto di Paolo Marras

Incastonata tra il Monte Arci, il Campidano e la Giara di Gesturi, la Marmilla è una storica subregione della Sardegna, nota fin dall’antichità per la fertilità del suo territorio.

Il paesaggio, prevalentemente collinare, è caratterizzato da numerosi beni ambientali e archeologici che offrono innumerevoli spunti per confezionare un piacevole giro in mountain bike.

Guidati da Renzo, perfetto padrone di casa e ottimo conoscitore del territorio, partiamo da Collinas per dirigerci verso ovest raggiungendo il sito di Sedda de sa Caudeba, situato lungo la S.P. che conduce al paese; sono visibili due tombe di giganti, una delle quali risulta danneggiata dai lavori di costruzione dell’arteria stradale.

Abbandonato il sito e percorso un breve tratto su asfalto comincia un’impegnativa salita, cementata nei punti più ripidi; percorriamo il breve altopiano detto “Giara di Collinas” e la successiva discesa verso il sito di Santa Maria Angiargia, un luogo considerato sacro fin dall’antichità. A poca distanza dalla chiesa sono documentati i ruderi di un edificio termale romano.

Affrontiamo una ripida salita che ci costringe a procedere a piedi e intanto entriamo in territorio di Villanovaforru, transitiamo nei pressi del sito di Genna Maria e successivamente in discesa fino alla tomba di giganti di Su cuaddu de Nixias, in territorio di Lunamatrona; il monumento funerario presenta alcune caratteristiche la cui tipologia è più comune in altri contesti regionali.


La salita alla Giara di Siddi ci conduce all’ingresso del Parco naturalistico/archeologico Sa Fogaia all’interno del quale è possibile visitare l’omonimo Nuraghe ubicato nella zona panoramica. Sull’altopiano poi spicca la tomba di giganti di Sa Domu’e s’orcu, uno degli edifici funerari meglio conservati dell’isola.

Siamo ormai giunti al termine dell’escursione, non mancano che 5 km all’arrivo; purtroppo almeno tre di questi sono in salita (abbiamo voluto la bicicletta…)

L’escursione è stata un successo: la fatica e la stanchezza lasciano posto all’emozione della scoperta (nel mio caso è stata una riscoperta) di territori per noi ciclisticamente quasi vergini.

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Monte Arci. Un bosco da fiaba · febbraio 2024

Direttamente dal racconto di Paolo Marras

 

Da qualche tempo il Monte Arci sta suscitando notevole interesse tra gli appassionati di escursioni; alla sua rete di sentieri che collega il Campidano con la fertile Marmilla, ai suoi boschi, alle varie sorgenti e alle emergenze archeologiche e naturalistiche si sono recentemente aggiunte le installazioni di “Land Art” realizzate da vari artisti.

In particolare il maggior interesse viene catturato dalle installazioni erette nel territorio comunale di Pau, nel cui abitato si trova il Museo dell’ossidiana.

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Come scritto sopra, la fitta rete di sentieri permette una grande varietà di itinerari e di varianti. Per questa escursione stabiliamo, come punto di partenza, la località di Is Arutas Santas, in territorio di Villaurbana, dove è presente una sorgente d’acqua, tavoli per un eventuale ristoro, ma soprattutto un imperdibile monumento naturale, una formazione di basalti colonnari che richiamano la formazione vulcanica del massiccio collinare.

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Una lunga scalata su fondo sterrato talvolta tecnico ci porta al primo single track in discesa, tra gli alberi del bosco, con sassi e gradini che impegnano i muscoli e tengono alta l’attenzione; e intanto abbiamo raggiunto il territorio comunale di Villaverde e subito dopo quello di Pau.

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Siamo ormai nei pressi del sentiero delle installazioni (che percorriamo in senso inverso rispetto all’itinerario escursionistico): il sentiero si inoltra nel bosco costeggiando suggestive formazioni basaltiche dalle quali, improvvisamente, emergono gli animali costruiti dagli artisti con l’utilizzo dei materiali che il bosco stesso fornisce in abbondanza.

La volpe, il cervo, l’assiolo e il riccio si prendono la scena; incontriamo un gruppo intento ad ascoltare le voci delle guide raccontano le storie del bosco e le sue meraviglie.

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Riprendiamo il cammino un po’ a malincuore attraverso il rimboschimento, transitiamo tra i pini di un rimboschimento e torniamo sull’asfalto, costeggiamo ciò che resta del campeggio montano di s’ennixeddu e l’attacco della Scaba Crobina, un sentiero in salita caratterizzano dal fondo cosparso da schegge di ossidiana; si sale ancora, verso sinistra una sterrata in salita ci conduce all’ultima installazione, quella del bue, una delle più fotografate.

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La salita ci porta alla sorgente di Mitza Fustiolau e successivamente al belvedere di Beda Manca: da questo punto privilegato, come lascia intuire il nome, è possibile godere di una vista panoramica sul golfo di Oristano.

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Ancora un single track, poco battuto, ma estremamente piacevole, in mezzo al bosco, ci porta verso lo strappo di Punta Laccu Sa Vitella; la fatica comincia a farsi sentire e i tratti più ripidi ci costringono a procedere a piedi. Raggiungiamo la vedetta in località Laccheddas (già attraversata all’andata) da dove si gode una splendida visuale a 360°.

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Siamo nuovamente in territorio di Villaurbana; l’escursione è quasi giunta al termine, mancano 5 km al rientro. Ci aspetta un ultimo, lungo e piacevole single track che ci riporterà al punto di partenza.

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Sa Crabarissa · febbraio 2024

Direttamente dal racconto di Paolo Marras

 

Ci sono luoghi della nostra isola che suscitano stupore e meraviglia agli occhi dell’escursionista; a volte è un sito archeologico, a volte è un bosco, a volte un monumento naturale.

In questa categoria uno dei più spettacolari è, senza dubbio, il monolite granitico che i millenni hanno modellato fino a dargli la forma di una donna che indossa l’abito tradizionale sardo e che è conosciuto come Sa Crabarissa.

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Decidiamo di cominciare la nostra escursione dal paese di Nughedu Santa Vittoria verso est; dopo qualche chilometro d’asfalto ci dirigiamo verso l’oasi naturalistica di Assai, poco meno di mille ettari di lecci e di sughere attraversati da una rete di sentieri che ne garantiscono la fruibilità. I continui saliscendi sono addolciti dagli splendidi scenari naturali che scorrono attorno a noi.

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Dopo una breve pausa alla fonte di “Su Fustiarbu” e qualche foto al vicino pinnetto ricomincia la pedalata verso Borta Melone e Sa Crabarissa; si sconfina in territorio di Neoneli e successivamente di Austis: ormai siamo vicini al punto centrale dell’escursione.

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Trovarsi al cospetto di uno spettacolo come quello offerto da Sa Crabarissa suscita emozione, stupore nel momento in cui si realizza che ciò che si vede è stato creato dal caos e dagli elementi naturali, che si tratta di un tesoro unico e prezioso da tutelare perché tutti ne possano godere.

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Il rientro a Nughedu esige il suo tributo di sudore e fatica costringendoci talvolta a scendere dalla bike e proseguire la salita a piedi, la stanchezza comincia a farsi sentire sulle gambe, ma la meta è vicina; finalmente inizia la discesa verso il meritato riposo, dentro le auto parcheggiate ci attendono indumenti caldi, cibo e birra e chiacchiere: c’è già da pensare alla prossima escursione.

P.S.: la leggenda della ragazza di pietra la potete leggere qui; il racconto di una precedente escursione è leggibile a questo link.

N.B.: lungo il percorso di avvicinamento all’abitato di Nughedu Santa Vittoria è possibile effettuare qualche digressione di interesse archeologico: alla periferia del paese si trova la necropoli di Arzolas de goi, di cui una caratterizzata, al suo interno, da una protome taurina scolpita sulla parete rocciosa; in territorio di Sorradile segnalo la necropoli di Prunittu e l’area archeologica di Su Monte; Infine la zona attorno al lago Omodeo è stata percorsa da vari cammini religiosi che possono essere consultati on line.

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Mulargia-Badde Salighes · 30 dicembre 2023

Direttamente dal racconto di Paolo Marras

Mulargia-Badde Salighes · 30 dicembre 2023

L’abitato di Mulargia (attualmente frazione di Bortigali) è l’erede della romana Molaria, così chiamata per la produzione di macine diffuse e commerciate ambito mediterraneo. Oggi sarà il nostro punto di partenza per una piacevole escursione che ci porterà a toccare alcune delle tante bellezze di questo angolo di Sardegna chiamato Marghine. È qui che decidiamo di concludere “ciclisticamente parlando” il 2023.

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Si parte con una lunga salita in asfalto intervallata da qualche brevissima discesa per una visita al monumentale nuraghe Orolo, meraviglioso esempio di architettura degli antenati.

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Finalmente comincia lo sterrato, con una leggera discesa e un successivo, piccolo guado superato su un ponticello di fortuna; si percorre un piacevole sentiero sotto gli sguardi incuriositi di alcune mucche che pascolano poco lontano.

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Dopo aver oltrepassato un cancello raggiungiamo il Santuario campestre di Santa Maria de Sauccu (del sambuco), circondata dai muristenes, molti dei quali sono ormai più simili ad abitazioni che ad alloggi per i novenanti. Tuttavia, tra le viuzze del villaggio si può scorgere qualche scorcio che richiama un passato non troppo lontano. Abbiamo percorso appena 14 dei 40 km previsti. Giusto il tempo di consumare un veloce spuntino e ci prepariamo a ripartire.

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Un breve, ma impegnativo strappo ci riporta sull’asfalto: siamo in territorio di Bolotana, sulla strada che conduce a Badde Salighes e a Villa Percy, eretta dall’ingegnere gallese che progettò e diresse i lavori per la costruzione della rete ferroviaria della Sardegna. Giusto il tempo di scattare qualche foto e siamo pronti a rimontare in sella verso il prossimo waypoint: la cascata di Mularza Noa; purtroppo le scarse precipitazioni dei mesi scorsi hanno pesantemente ridotto la portata dell’acqua e così siamo costretti ad accontentarci di uno spettacolo inferiore alle nostre attese.

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Comincia qui, di fatto, il rientro verso il punto di partenza; percorriamo una scorciatoia in asfalto tra gli alberi per raccordarci al sentiero in discesa proveniente da Punta Palai e da qui, in discesa, percorrendo a ritroso la strada fino a Mulargia.

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Arborea Bike · Pistis 2023

Casa del Poeta a Pistis in provincia del Medio Campidano.
Alcuni atleti dell’Arborea Bike alla fine dell’evento ciclistico La Classicissima 5 anni di noi.che si è svolto a settembre del 2023.

Arborea Bike - settembre 2023

In alto da sinistra

Riccardo Bertolo, Umberto Angioni, Adriano Boi, Andrea Giordano

In basso da sinistra

Alessio Circuri, Luigi Colusso, Enrico Gori

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