Mountain Bike

Arkitano MTB · Arbus 2007

Alcuni atleti dell’arkitano MTB poco prima della partenza della gara di Arbus, in provincia di Cagliari, valevole per il campionato sardo FCI di cross country.

Arkitano MTB · Arbus 2007

Da sinistra

Antonangelo Pala, Stefano Tocco, Luca Boassa, Matteo · · · · · , Massimo Montisci, Stefano Ponzis, Davide Garau, Andrea Atzori, Efisio Porcella, Marcolino Serpi, Stefano Porcella, Alessio Boassa, Andrea Brigo, Ivan Fanari, Milko Melis

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Da Pisa a Lucca sulla Via degli Acquedotti · giugno 2025

Direttamente dal racconto di uno dei protagonisti, Paolo Marras

Trovandomi anche quest’anno in vacanza in Toscana ho deciso di effettuare alcune piacevoli escursioni in mountain bike. Tra queste ce n’era una a cui tenevo particolarmente: percorrere la via degli acquedotti da Pisa a Lucca attraverso i colli pisani.

Andando alla ricerca di tracce affidabili da seguire mi sono imbattuto nei “Ghiaia Explorer” che mi hanno inviato uno dei loro innumerevoli percorsi.

Giovedì 26 giugno esco di buon mattino per godere della temperatura ancora gradevole, giro per la città passando davanti alla celebre Torre (passaggio quasi obbligato per intercettare la traccia), transito davanti alla mitica “Arena Garibaldi” , teatro delle imprese del Pisa calcio di Romeo Anconetani (lo stadio, in ristrutturazione per l’adeguamento agli standard della serie A, porta ora il suo nome) e raggiungo l’acquedotto di età medicea che riforniva la città. Lo seguirò fino al borgo di Asciano (circa 4 km) sulla pista ciclopedonale che permette una percorrenza in totale sicurezza.

Giunto ad Asciano affronto una prima salita in asfalto che mi conduce fino al “Cisternone” che raccoglieva le acque delle sorgenti per convogliarle verso l’acquedotto.  Sul frontone spicca lo scudo araldico della famiglia Medici.

Percorro circa 1500 metri di asfalto della provinciale 30 prima di imboccare la sterrata in salita che mi condurrà allo scollinamento e alla discesa verso Lucca. Sono ad Agnano e comincia a far caldo, ma la sterrata è ombreggiata e nei pochi punti scoperti offre piacevoli viste panoramiche sulla piana sottostante. La pendenza non è eccessiva, supera raramente il 10%, ma il fondo è mediamente tecnico e costringe a frequenti cambi di direzione alla ricerca della traiettoria migliore per l’ascesa. Sotto gli alberi è piacevole sostare per rifocillarsi con una frutta e un sorso d’acqua prima di ricominciare a faticare. Faccio gli ultimi chilometri verso lo snodo di “Campo di croce” con un biker locale con il quale scambiamo chiacchere sulla nostra comune passione (e pazzia, viste le temperature di questo giugno impazzito) e numeri di telefono prima di dividerci per seguire ognuno il proprio obiettivo.

Dopo circa 15 km di salita giungo finalmente alla tenuta di Santallago, dove comincia la lunga discesa verso Lucca; lo stradello scorre veloce in mezzo al bosco alternando lunghi rettilinei e comodi tornanti, su pendenze fortunatamente mai eccessive, ma su un fondo sassoso sul quale è opportuno tenere alta la concentrazione per scendere di quota in sicurezza. 

Nei pressi di Vorno il bosco si dirada e percepisco nettamente lo sbalzo di temperatura acuito da un brevissimo tratto di asfalto che abbandono dopo poche centinaia di metri di discesa, in corrispondenza del cartello escursionistico alla mia destra che indica la direzione per Lucca e la via degli acquedotti. 

Percorro un adrenalinico single track sotto un bosco rigoglioso, ascolto l’allegro gorgoglio di un ruscello che scorre accanto, in alcuni punti particolarmente tecnici appoggio il piede. Sono ormai vicino al punto più scenografico dell’escursione: il sentiero si apre su un’ampia vallata modellata dalla mano dell’uomo; il ruscello ora scorre dentro un letto artificiale lastricato, con costruzioni di controllo e ponticelli in pietra: ho raggiunto le “parole d’oro”, località incantevole in cui le acque che rifornivano Lucca vengono canalizzate e inviate verso il “tempietto” che rappresenta il punto di partenza dell’acquedotto Nottolini. Da qui in poi seguirò le arcate che mi condurranno fino al “tempietto” gemello di San Concordio, punto di arrivo della costruzione, rinfrescandomi abbondantemente alle fontanelle che incontro lungo il sentiero ciclopedonale che segue il tracciato dell’acquedotto: il caldo ora è veramente eccessivo e, mio malgrado, decido di rinunciare al rientro in bike optando per il rientro in treno..

La mia escursione termina qui, alla stazione di Pisa-San Rossore, davanti a un bicchiere di birra fresca e con un pizzico di rammarico per non aver potuto seguire il programma che avevo ipotizzato, ma Pisa non è poi così lontana e con la giusta determinazione (e una temperatura più pedalabile) non è escluso che possa riprovarci in futuro.

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I giorni della neve · Monte Arci 2012

Direttamente dal racconto di uno dei protagonisti, Paolo Marras

A ripensarci sembra irreale aver vissuto una giornata del genere, eppure è successo. Era il 5 febbraio, avevamo organizzato un’escursione sul “solito” Monte Arci (a pochi chilometri da Oristano) per degli amici che venivano da Cagliari. Erano i giorni del grande freddo, i giorni in cui nevicava dappertutto, e il Monte dell’ossidiana non ha fatto eccezione.

Era freddo, ma il sole ci ha accompagnati per tutta la mattinata, contribuendo a rendere speciale quella nostra uscita, dipingendo paesaggi inconsueti e difficili da dimenticare.

Era freddo, ma non l’abbiamo sentito, consci del fatto di aver visto qualcosa di unico.

Oggi che sotto gli occhi mi sono capitate nuovamente quelle foto, provo un pizzico di nostalgia.

E penso alla prossima uscita.

Perché la mia anima inquieta non può vivere solo dei bei ricordi.

Le foto sono di Paolo Figus e Mario Mascia.

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2024 · Un anno di Mountain Bike

Direttamente dal racconto di uno dei protagonisti, Paolo Marras

È difficile riassumere le emozioni vissute in un anno di escursioni utilizzando poche immagini, si è costretti a scelte che lasciano spazio a dubbi e ripensamenti dell’ultimo minuto. Io ci ho provato selezionando, tra circa 30 foto, quelle 12 che ho ritenuto essere le più spettacolari e significative dell’anno appena trascorso.

Buona visione.

Gennaio · Sul Montiferru, sopra le nuvole

Febbraio · In escursione tra le Giare, foto di gruppo alla tomba di giganti di Su Cuaddu ’e Nixias

Marzo · Domusnovas: l’attraversamento della grotta di San Giovanni (qui la scelta è stata semplice)

Aprile · Alla scoperta dei tesori nascosti di Monte Arci

Maggio · Monte Arci: quando sbagli strada, ma non ti dispiace troppo

Giugno · A Monte Arci, tra le sue sculture di legno (Land Art)

Luglio · Panoramica sul golfo di Oristano

Agosto · Escursione nel Sinis con l’amico venuto dalla Toscana per scoprire la nostra terra

Settembre · Nel Marghine (Bolotana): nei pressi di Villa Percy

Ottobre · Nel Sinis per ricordare Sandro

Novembre · Tra Sennariolo e Tresnuraghes: i ruderi de “Sa Fabrica”, in Planargia: il mare e la montagna

Dicembre · Costa Verde, foto di gruppo prima della discesa verso Tunària

P. S.: tra le escursioni che ho dovuto mio malgrado escludere dalla documentazione fotografica non posso non citarne alcune: Alghero/Fertilia per gli stupendi panorami, la Giara per le sensazioni che regala, la tratta Sassari-Pozzomaggiore percorsa per sciogliere una promessa fatta a un amico, l’ennesimo raid a Montevecchio laddove la natura sta riconquistando quegli spazi che l’uomo le aveva sottratto.

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Sennariolo: torri, chiese e malvasia · Novembre 2024

Direttamente dal racconto di uno dei protagonisti, Paolo Marras

Sennariolo, uno dei comuni più piccoli della Sardegna, sorge al limite settentrionale del Montiferru ed è il punto di partenza ideale per l’escursione di oggi che ci porterà fino alle coste della Planargia, caratterizzate dalla presenza di tre torri spagnole, triste ricordo delle incursioni saracene che per secoli hanno flagellato la nostra isola.

Mentre percorriamo le sue viuzze restiamo piacevolmente colpiti dai tanti murales che decorano i muri delle case offrendo al visitatore scorci del passato del paese e dei suoi antichi abitanti.

A pochi km dal paese sorge, sul colle omonimo, la chiesa campestre di Santa Vittoria, così consacrata in ricordo di una leggendaria vittoria sui mori; dalla sommità del colle è possibile godere di una vista panoramica sulla costa che andremo a percorrere in sella alle nostre mountain bike.

Siamo in agro di Tresnuraghes dove, a cavallo tra il XVIII e il XIX secolo, il governo sabaudo tentò di impiantare in questo territorio un’attività industriale, così sulla riva destra del Riu Mannu e a poca distanza dalla sua foce (incontreremo entrambi tra poco) fu eretta “sa fabrica de su paperi”, una cartiera che avrebbe dovuto sfruttare le condizioni ambientali e geografiche per produrre carta, e che mai entrò in funzione. Oggi, di quel progetto, rimangono le imponenti mura esterne dell’edificio, divenuto meta di escursionisti e sfondo per le nostre fotografie.

Un luogo particolarmente caro agli abitanti di Tresnuraghes è il colle di San Marco e il santuario campestre che sorge in cima. Il colle, come testimoniato dalle domus de janas scavate sul fianco meridionale, è frequentato già in epoca preistorica. Anche da questa cima è possibile spaziare, con lo sguardo, sulla zona circostante a 360°.

Siamo giunti sulla costa: dal promontorio di Foghe possiamo sorvegliare la foce del Riu Mannu, magari dalla Torre, detta appunto di Foghe, edificata per il controllo di quella che era un’importante via d’acqua verso l’interno e un luogo privilegiato di approvvigionamento di acqua dolce per marinai e pirati.

Risaliamo la costa in direzione nord su una piacevole sentiero sterrato fino alla torre di S’Ischia Ruja, altro presidio difensivo di questo tratto costiero; purtroppo l’edificio non appare in buone condizioni e le dedichiamo un’occhiata durante una breve sosta per uno spuntino.

Percorriamo un breve tratto su asfalto fino a raggiungere l’area del cantiere forestale di Tresnuraghes; gli stradelli al suo interno ci consentono un agevole transito fino alla costa e alla torre di Columbargia, terzo presidio difensivo del territorio, in collegamento visivo a sud con le duetorri già viste e a nord con la torre di Bosa. Al momento dell’escursione la torre era interessata da lavori di restauro e consolidamento eingabbiata dai ponteggi del cantiere.

Comincia da qui il rientro verso il punto di partenza: dopo un breve tratto sabbioso tra la vegetazione raggiungiamo nuovamente l’area del cantiere forestale risalendo di buon passo fino a ritrovare l’asfalto (per qualche km) e una opportuna scorciatoia che ci riporta velocemente inprossimità del colle di San Marco.

Le ultime di salite si fanno sentire sulle gambe, ma i km da pedalare sono sempre meno; inoltre all’arrivo (complice la conoscenza con il sindaco di Sennariolo) ci aspetta un “assaggio” di malvasia, una delle eccellenze di questo bellissimo territorio sospeso tra il mare e la montagna.

Personaggi e interpreti di questa escursione:

  • Sandro Donaera
  • Patrizia Ariu
  • Livio Masala
  • Raffaele Sanna Randaccio
  • Paolo Marras

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Una domenica sul lago · 2011

Direttamente dal racconto di uno dei protagonisti, Paolo Marras

Domenica ti porterò sul lago” assieme a una banda di cento e più bikers che fin dalle prime ore del mattino si sono messi in viaggio dal Nuorese, dal Cagliaritano, dal Sassarese, dalla Baronia e dall’Oristanese. Siamo in tanti, rivedo con piacere tanti visi sorridenti e conosciuti con cui ho già condiviso chilometri di sterrati e momenti che ricordo sempre con piacere, a scoprire nuovi panorami di un’isola che è “quasi un continente” [cit.].

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Sapessi amore mio come mi piace, uscir quando Oristano dorme ancora” dico a mia moglie mentre ci mettiamo in auto. Appuntamento in Pratz’è Bois, dove per l’ennesima volta ci riuniamo prima di partire, incolonnati, verso la destinazione che oggi è Ghilarza, nella piazza dove sorge la chiesa di San Palmerio e la vecchia Torre Aragonese. Da lì partiremo per questa escursione in riva al lago.

A guardarci intorno siamo in tantissimi, e altri arrivano ancora. Alla fine si viene a sapere che eravamo più di cento a pedalare in giro, tra Ghilarza, Soddì e Zuri, e ancora di più a pranzo, con la presenza delle famiglie che hanno scelto di seguirci, e che hanno usufruito del trenino panoramico per una domenica da vivere all’aria aperta.

Sterrati, pietraie, pozzanghere e fango mentre attraversiamo le campagne fuori Ghilarza, diretti verso il lago Omodeo, discese tecniche da percorrere quasi in apnea, avvertendo scariche di adrenalina quando si affrontano le rocce e il single track. E quando la tecnica e l’esperienza non bastano più si scende a piedi, perché per passare una piacevole giornata in mountain bike non è indispensabile essere campioni, ma solo aver voglia di vivere giornate come questa, nella quale è possibile riconciliarsi con la Terra, e vedere i meravigliosi scorci del Guilcer così come l’autunno lo ha colorato.

Amore mio che fame spaventosa dev’essere quest’aria innaturale”, pura e tersa, tanto da vedere i paesi sul versante opposto del bacino; non c’è strada da seguire, solo le tracce delle ruote di chi ci ha preceduto. In fila indiana o affiancati percorriamo un piacevole tratto in free ride costeggiando le placide acque del lago. Qua e là si scorgono resti di antichi muretti a secco che, con l’arrivo delle piogge verranno sommersi. Ritroviamo il sentiero che ci porta verso l’asfalto, si sale verso Zuri; nel piazzale della splendida chiesa salvata dalla acque ci ricompattiamo, e mentre visitiamo la chiesa e facciamo fotografie arriva il trenino panoramico con gli accompagnatori. Uno spuntino mentre si ride e si scherza tutti assieme prima di affrontare gli ultimi chilometri d’asfalto; si torna a Ghilarza tutti assieme dietro il trenino, un’allegra e colorata ciclopedalata per fare amicizia, parlare e raccontarci ciò che è stato, anticipo del terzo tempo che avrà luogo da lì a poco, in ristorante. E ancora foto, e chiacchiere e risate, tutti assieme.

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Che domenica bestiale, la domenica con VOI”

 

Grazie ai FEURRA BOYZ che hanno confezionato uno splendido giro: hanno saputo tenere a bada così tanti scavezzacollo e assistito in maniera splendida gli/le esordienti e chiunque fosse in difficoltà.

Grazie alle Amministrazioni comunali di Ghilarza e di Soddì che hanno offerto un contributo importante per la riuscita di questo evento.

Grazie a tutti coloro che hanno immortalato i momenti più interessanti dell’escursione con foto e video.

Grazie per i colori e l’allegria, un gruppone così credo si sia visto raramente da quelle parti, grazie per aver mostrato il lato migliore della nostra passione e grazie agli amici di sempre, a tutti coloro che ho rivisto dopo tanto, troppo tempo: pedalare con voi ha sempre un qualcosa di speciale. Grazie a tutti coloro che ho avuto l’occasione di conoscere con l’augurio di rivederci presto sui pedali e anche dopo.

Grazie a Fabio Concato al quale ho rubato alcune frasi della sua canzone.

Attrus annus mellus!

 

Le foto sono di: Manuel Gherardi, Mario Mascia, Paolo Mura, Lucio Serra e Franco Tucconi.

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Amici di Mountain Bike · San Giovanni di Sinis 2010

Domenica 13 giugno 2010. A San Giovanni di Sinis, località marina di Cabras, in provincia di Oristano si svolge il Terzo Memorial «Nello Menna» di mountain bike. Nella foto alcuni amici fotografati prima della partenza.

Da sinistra

Mario Pani, Luca Piras, Samuele Cocco, Rita  · · · · · , Antonio  · · · · ·

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Alghero/Fertilia: mare, natura e storie di guerra · maggio 2024

Direttamente dal racconto di Paolo Marras

Fertilia nasce negli anni ’30 del XX secolo per volontà del regime fascista; inizialmente è popolata da famiglie provenienti dal ferrarese e, dopo la guerra (che ha lasciato indelebili segni nel territorio circostante), da profughi provenienti dall’Istria e dalla Dalmazia.

La nostra escursione settimanale parte dalla periferia del centro abitato, all’inizio della ciclabile che corre parallela alla SS 127bis in direzione ovest costeggiando la pineta de S’Arenosu. Alla prima occasione utile ci addentriamo tra gli alberi percorrendo un semplice e piacevole sentiero sotto i pini.

L’ascesa di Monte Doglia è lenta e costante sulla strada costruita dai militari per l’accesso alle postazioni antiaeree e antisbarco. Il sole di questo caldo aprile regala al panorama luci e colori meravigliosi. In vetta dedichiamo diversi minuti all’esplorazione delle antiche postazioni militari.

Scendiamo velocemente di quota su una sterrata non troppo tecnica lungo la quale furono eretti una serie di fortini “vista mare”: penso ai ragazzi di allora, alla precarietà della loro condizione di soldati, alla paura che potevano provare e spero che lo spettacolo del mare abbia offerto loro momenti di serenità.

Attraversiamo la SS 127bis all’altezza del nuraghe Palmavera, diretti alla frazione di Maristella, e da qui all’aspra salita di Monte Pedrosu: siamo all’interno del complesso forestale di punta Giglio, una vasta area verde in riva al mare con vista sulla baia di Porto Conte.

Raggiungiamo Punta Giglio: qui, le vecchie infrastrutture militari sono state interessate da lavori di restauro e trasformate in un punto ristoro con annessa foresteria dove è possibile rifocillarsi e (volendo) consumare un pasto. All’interno, tra le altre cose, sono state restaurate delle scritte che, durante il regime fascista, campeggiavano in tutta Italia. La Soprintendenza Archeologica ha espressamente disposto la conservazione e il restauro delle scritte storiche ai soli fini della conservazione storica. Al di là delle fedi politiche condivido le motivazioni della Soprintendenza e la tesi secondo la quale“chi non conosce la storia è condannato a ripeterla”.

Percorriamo un bel sentiero sotto un bosco di pini, in un paio di occasioni dobbiamo scavalcare tronchi abbattuti dagli elementi e dalla vecchiaia, passiamo per le spiagge del Lazzaretto e delle Bombarde prima di affrontare il single track di Punta Negra che, di fatto, conclude questa bella escursione.

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Domusnovas: boschi, miniere e tanto altro · marzo 2024

Direttamente dal racconto di Paolo Marras

Oristano. Sabato 30 marzo, ore 6.20

La solita levataccia del fine settimana; prima o poi la smetterò di andarmene in giro per l’isola a cercare emozioni. Ma non oggi, anche perché è da tempo che penso alla possibilità di organizzare un’escursione nel territorio di Domusnovas senza mai riuscire a concretizzare l’idea.

Domusnovas. Sabato 30 marzo, ore 8.45

Antonio e Egidio (che definisco “eroici” per aver affrontato i 200 km di 131 per farsi trovare puntuali al punto di partenza) mi aspettano da diversi minuti davanti alla grotta di San Giovanni assieme a Nanni. Arriva anche Irving. Ok, ci siamo tutti.

Domusnovas. Sabato 30 marzo, ore 9.15

Paghiamo il ticket per l‘attraversamento della grotta (consultare il sito per orari di transito e importo pedaggio https://www.grottasangiovanni.com/) e cominciamo a pedalare in un luogo fuori dal tempo, a metà tra il sogno e la fiaba, immersi nel silenzio, grati di poter godere di uno spettacolo senza uguali, uno dei tanti luoghi speciali della nostra Madre Terra.

Domusnovas. Sabato 30 marzo, ore 9.50

Comincia una lunga serie di salite tra i boschi del Marganai. Qua e là i ruderi degli edifici e gli scavi ci rammentano che questa è terra di miniere, di duro lavoro, di fatica.

Domusnovas. Sabato 30 marzo, ore 10.24

È tempo per una breve pausa. Recuperiamo le energie e ne approfittiamo per guardarci intorno: siamo circondati da un ambiente naturale bellissimo e selvaggio che lentamente sta riconquistando ciò che l’uomo gli aveva sottratto con il suo lavoro.

Domusnovas. Sabato 30 marzo, ore 12.55

Il sentiero corre veloce sul fianco del colle. Stiamo percorrendo un antico cammino minerario le cui origini si perdono nelle nebbie del tempo; è un luogo ricco di storia e di storie, dove il passato prende le sembianze del Tempio di Antas. Ci fermiamo per scattare delle foto prima di riprendere il cammino.

Domusnovas. Sabato 30 marzo, ore 14.39

Il sentiero risale con pendenze pedalabili fino all’antico villaggio di Malacalzetta, le cui origini si fanno risalire al medioevo e al periodo della dominazione pisana su queste terre. Percorriamo in silenzio le vecchie strade tra gli edifici abbandonati; qua e là si intravedono ancora tracce di vite vissute tra quelle mura.

Domusnovas. Sabato 30 marzo, ore 16.02

Finalmente una discesa, peccato che il fondo sia decisamente tecnico e impegnativo; facciamo scorrere le ruote tra le pietre alla continua ricerca della traiettoria migliore, talvolta aiutandoci con i piedi per correggere eventuali errori.

Domusnovas. Sabato 30 marzo, ore 16.20

Un ultimo strappo ci porta al single track noto agli escursionisti come “sa ‘ia ‘e su vagoni”, così chiamato perché ripercorre il tracciato di una linea a scartamento ridotto che trasportava i materiali estratti verso Domusnovas. Rimossi i binari il tracciato è diventato un adrenalinico sentiero che bypassa la grotta di San Giovanni anche grazie a una breve galleria scavata nella roccia. È l’ultimo, emozionante momento di questa giornata straordinaria.

Oristano. 30 marzo, ore 18.30

Eccomi a casa. Sono stanco, e ho fame. E ho ancora negli occhi i momenti più emozionanti e spettacolari di questa giornata bellissima.

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Tra le Giare-Escursione in Marmilla · marzo 2024

Direttamente dal racconto di Paolo Marras

Incastonata tra il Monte Arci, il Campidano e la Giara di Gesturi, la Marmilla è una storica subregione della Sardegna, nota fin dall’antichità per la fertilità del suo territorio.

Il paesaggio, prevalentemente collinare, è caratterizzato da numerosi beni ambientali e archeologici che offrono innumerevoli spunti per confezionare un piacevole giro in mountain bike.

Guidati da Renzo, perfetto padrone di casa e ottimo conoscitore del territorio, partiamo da Collinas per dirigerci verso ovest raggiungendo il sito di Sedda de sa Caudeba, situato lungo la S.P. che conduce al paese; sono visibili due tombe di giganti, una delle quali risulta danneggiata dai lavori di costruzione dell’arteria stradale.

Abbandonato il sito e percorso un breve tratto su asfalto comincia un’impegnativa salita, cementata nei punti più ripidi; percorriamo il breve altopiano detto “Giara di Collinas” e la successiva discesa verso il sito di Santa Maria Angiargia, un luogo considerato sacro fin dall’antichità. A poca distanza dalla chiesa sono documentati i ruderi di un edificio termale romano.

Affrontiamo una ripida salita che ci costringe a procedere a piedi e intanto entriamo in territorio di Villanovaforru, transitiamo nei pressi del sito di Genna Maria e successivamente in discesa fino alla tomba di giganti di Su cuaddu de Nixias, in territorio di Lunamatrona; il monumento funerario presenta alcune caratteristiche la cui tipologia è più comune in altri contesti regionali.


La salita alla Giara di Siddi ci conduce all’ingresso del Parco naturalistico/archeologico Sa Fogaia all’interno del quale è possibile visitare l’omonimo Nuraghe ubicato nella zona panoramica. Sull’altopiano poi spicca la tomba di giganti di Sa Domu’e s’orcu, uno degli edifici funerari meglio conservati dell’isola.

Siamo ormai giunti al termine dell’escursione, non mancano che 5 km all’arrivo; purtroppo almeno tre di questi sono in salita (abbiamo voluto la bicicletta…)

L’escursione è stata un successo: la fatica e la stanchezza lasciano posto all’emozione della scoperta (nel mio caso è stata una riscoperta) di territori per noi ciclisticamente quasi vergini.

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