Mountain Bike

Arborea Bike · Pistis 2023

Casa del Poeta a Pistis in provincia del Medio Campidano.
Alcuni atleti dell’Arborea Bike alla fine dell’evento ciclistico La Classicissima 5 anni di noi.che si è svolto a settembre del 2023.

Arborea Bike - settembre 2023

In alto da sinistra

Riccardo Bertolo, Umberto Angioni, Adriano Boi, Andrea Giordano

In basso da sinistra

Alessio Circuri, Luigi Colusso, Enrico Gori

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In giro per il Guilcer · 2010

Direttamente dal racconto di Paolo Marras

Guilcer, domenica 07 novembre 2010

“Ma chi me l’ha fatto fare?”

Se lo saranno chiesto in molti in un qualche momento di una qualche giornata che ha preceduto questa domenica. Io l’ho pensato stamattina, quando la sveglia ha compiuto il suo dovere di sveglia svegliandomi (appunto).

E mentre mi rigiravo sotto la trapunta, godendomi gli ultimi spiccioli di tepore, indeciso tra l’alzarmi e il riaddormentarmi mi sono detto “cavolo, vengono giù quelli del nuorese, non li vedo da tantissimo” e i miei ricordi sono andati ad una fredda domenica mattina di dicembre 2009 sull’Ortobene, tanto che quasi mi sembrava di sentire qualche fiocco di neve cadermi sul viso e scivolare a terra, diventare ghiaccio e scricchiolare sotto le mie ruote grasse.

“Vengono giù anche dal sassarese, molti di loro non li vedo da giorno dell’Asinara” ed ho sentito sulla pelle il maestrale e gli spruzzi del mare in tempesta.

“E quelli che verranno su dal cagliaritano? e dal Sulcis? Che bei giri con loro a Domusnovas e a Fluminimaggiore” e nei miei pensieri ho rivisto il buio di una grotta attraversata tutti assieme, il brivido dell’aria fresca dopo il sole estivo.

“Ci saranno anche quei ragazzi che ho incontrato sabato, che stavano finendo di lavorare per noi: quanta passione, quanta tenacia, quanta volontà ci hanno messo” e ho pensato a quante amicizie porta con se una pedalata.

“Ma poi ci sono tutti gli amici con cui esco più spesso e con cui mi diverto troppo” e ho ripensato a tutte quelle volte che, sulle nostre mountain bike o sui furgoni, abbiamo macinato chilometri inseguendo una passione senza confini e senza età.

Così mi sono alzato pensando che “mi piacerebbe rivedere il nuraghe Aiga e il nuraghe Zuras. Magari ci ricompattiamo tutti al nuraghe Losa, mangiamo e beviamo qualcosa e si riparte, sentendoci fieri di essere parte di quella genìa che ha costruito imponenti torri di pietra che ancora sfidano gli anni”.

Mi infilavo pantaloncini e maglia pensando a quanto sarebbe stato bello saltellare nuovamente su quelle pietraie, su quel che resta di strade costruite con un’arte antica e che sono ancora percorse ai giorni nostri e chiedendomi se avrei potuto rinunciare a un guado, o a qualche tratto di free ride Con un po’ di fortuna avrei magari potuto scoprire un antico ponte in pietra che sembra costruito da un’antica civiltà megalitica, o notare qualche pietra incastrata in un muretto a secco e che magari faceva parte di chissà cosa.

E infine il pranzo con cinquanta e più scalmanati? Vuoi mettere le risate?

“Sarà sicuramente una fantastica giornata” ho pensato mentre guardavo fuori dalla finestra e bevevo il mio caffè.

(Le foto sono di Paolo Figus)

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Pedalare nel Marghine · 2023

Direttamente dal racconto di uno dei protagonisti, Paolo Marras

Il Marghine è una delle subregioni in cui viene suddivisa la Sardegna ed è qui che sono diretto oggi per un’archeo escursione in compagnia dell’amico Massimocon il quale condivido la passione per le pedalate senza fretta, per i siti archeologici poco reclamizzati e per la buona musica.

Partiamo dal suo paese, Silanus, di buon mattino, percorrendo l’asfalto della ex S.S. 129 diretti a ovest, verso Bortigali, ma già dopo pochi chilometri Massimo miindica un’emergenza basaltica alla nostra destra: qua, a breve distanza dal corso del Rio Ordari, ben mimetizzata tra il chiaro/scuro del basalto e le ombre di un sole ancora incerto, si trova la domus de janas di Ordari; ci fermiamo per le fotografie di rito e, nella circostanza, scopro che il modesto corso d’acqua rappresenta il confine tra i territori comunali di Silanus e Bortigali (oltre ad essere stato, in tempi passati, la meta delle donne del paese che andavano a lavare i panni). Su questo sito sorgeva, nel XIX secolo, un mulino (oggi distrutto) dentro il quale avvenne un gravissimo fatto di sangue ricostruito da uno studioso silanese.

01 Ordari

02 Ordari

Superate le case di Bortigali effettuiamo una breve digressione verso destra dove sorge il mulino ad acqua e la fontana Burgusada, segnalata da apposito cartello. Esistono anche i ruderi del primitivo mulino, ormai inglobati dalla vegetazione, tanto da passare quasi inosservati se non ci si butta l’occhio.

03 Burgusada

Una veloce discesa su una stradina secondaria ci porta in territorio di Birori, superiamo la linea ferroviaria per Nuoro e ci troviamo di fronte ai resti del Nuraghe Miuddu, un altro di quei gioielli che meriterebbe indagini accurate per una valorizzazione e notorietà. Per fortuna l’erba è stata sfalciata e questo ci consente di poter aggirare il monumento e renderci conto della sua complessità e dimensioni. Solo la vista dal satellite permette all’osservatore di abbracciare con lo sguardo l’ampiezza della costruzione.

04 Miuddu

05 Miuddu

06 Miuddu

07 Miuddu

Attraversiamo l’abitato di Birori fino alla tomba di giganti di Palatu che si trova alla periferia nord del paese, purtroppo semi sommersa dall’erba, quindi proseguiamo in discesa verso funtana maggiore dove effettuiamo una breve sosta per rifocillarci.

08 Birori

09 Palatu

10 Fontana

Riprendiamo la nostra escursione con una breve discesa, facciamo alcune foto alla tomba di giganti di Noazza (ce ne sono ben 3 in questa località) quindi proseguiamo verso sud, fotografiamo il dolmen di Sarbogadas, ci lasciamo sulla destra il nuraghe Sorolo e infine costeggiamo la ferrovia in direzione di Borore, passiamo di fianco ai ruderi dell’aeroporto della II guerra mondiale costruito dai tedeschi e infine giungiamo all’area archeologica di Duos Nuraghes. Purtroppo nemmeno qui l’erba è stata sfalciata pertanto risulta problematico avvicinarsi al monumento; tuttavia la nostra tenacia viene premiata e riusciamo, anche qui, a fare qualche buona fotografia.

11 Noazza

12 Sarbo

13 DuosNu

14 DuosNu

Siamo in un’area ad alta densità nuragica: a circa due km dall’area appena visitata c’è una delle più belle tombe di giganti dell’isola, la cui stele monolitica è intatta e si eleva per circa 3 metri e mezzo sul piano di campagna: Imbertighe. La maestria di quegli antichi artigiani nel lavorare la pietra lascia stupiti e ammirati.

15 Imbertighe

Siamo già sulla via del ritorno quando passiamo accanto al nuraghe Porcarzos, ancora parzialmente nascosto, ma sicuramente meritevole di indagini approfondite, attraversiamo il moderno ponte sul Rio Murtazzolu dedicando un attimo alle fotografie di quello antico, edificato più a nord e definito dai più come un ponte romano, quindi ci dirigiamo verso il Nuraghe Ponte, in agro di Dualchi, interessato recentemente da indagini archeologiche che hanno messo in luce diverse strutture attorno al monumento. La zona, nota con il toponimo di Pranu Ozzastru, presenta tanti punti di interesse (il nuraghe Frenugarzu, il nuraghe Bardalazzu, una tomba dei giganti e un piccolo pozzo nuragico). A testimonianza di una continuità d’uso del sito, a poche decine di metri dal nuraghe si possono osservare delle piccole urne cinerarie, risalenti verosimilmente ad epoca romana, scavate direttamente nella roccia basaltica.

16 Ponte

17 Ponte

18 Ponte

19 Ponte

Torniamo in territorio di Silanus per gli ultimi chilometri dell’escursione; prima di affrontare la risalita verso l’abitato ci fermiamo a visitare la tomba di giganti di Zanchia e quella di Zoddoro, quindi un’enigmatica pietra lavorata che in abito locale viene chiamata “s’abbasantera”, presumibilmente un pressoio forse pertinente a un antico abitato di cui si è persa la memoria; nella zona le emergenze archeologiche sono diverse (nuraghi e tombe di giganti, oltre alle due sopra citate).

20 Zoddoro

21 Zanchia

22 Abbasantera

Percorriamo l’asfalto che ci riporta in paese discutendo dell’escursione, pedalando senza fretta: la stanchezza comincia a farsi sentire e c’è voglia di riordinare le idee davanti a una birra fresca, di rivedere le foto e di chiacchere leggere, di parlare di prossime escursioni e di musica.

Sono in auto, ho appena imboccato la S.S. 129 con l’idea di rientrare velocemente a casa, ma … non si può restare indifferenti allo spettacolo dell’area di Santa Sabina: la chiesa medievale e il nuraghe offrono un colpo d’occhio unico, raccontano di culture e di fedi che si sovrappongono, un’unica, affascinante storia lunga almeno 4000 anni.

23 Sabina

Le foto sono mie e di Massimo Galletti. La foto di Santa Sabina è parte dell’archivio personale di Massimo Galletti.

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Mountain Bike a Monte Arci · 1996

Foto di gruppo per gli appassionati della mountain bike, scattata a Monte Arci, a pochi chilometri da Oristano, il 25 febbraio 1996.

Mountain Bike a Monte Arci · 1996

Da sinistra

Massimo Manca, Sandro Garau, Filippo Cossu, Berto Cadoni, Giampaolo Mereu, Stefano Ariu, · · · · ·  · · · · · , Roberto Cocconi

Accosciati da sinistra Tony e Frank Cuccu –

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MTB Oristano · Monte Arci 2007

Alcuni amici del Mountain Bike Club di Oristano in una foto scattata a Monte Arci.

MTB Oristano · Monte Arci 2007

Da sinistra

Sandro Tocco, Nello Menna, Simone Sanna

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Viaggio in Toscana · settembre 2022

Direttamente dal racconto di uno dei protagonisti, Paolo Marras

Lo scorso mese di settembre, approfittando di un periodo di ferie, abbiamo trascorso qualche giorno in Toscana, a Pisa, ovviamente portandoci dietro la bici; più precisamente la bici non è stata per noi solo uno strumento per il tempo libero, ma anche il mezzo di trasporto da Livorno a Pisa sia all’andata che al ritorno. 

Così questo viaggio è diventato, fin dallo sbarco, una lunga escursione attraverso luoghi e paesaggi per noi inconsueti, ma ricchi di fascino, di storie e di testimonianze del passato: castelli, borghi medievali e colline sono stati compagni di viaggio, percorsi disegnati lungo gli argini del fiume Arno e del fiume Serchio, a seguire talvolta le antiche vie dei pellegrinaggi e dei mercanti.

21/09/2022: Livorno-Pisa

FOTO 1

FOTO 2 Semaforo Ciclabile

FOTO 3

23/09/2022: Pisa-Lucca-Pisa

Partenza da Pisa

FOTO 4

 Porte vinciane di Rigoli 

FOTO 5. Porte vinciane di Rigoli

Sul cammino di San Jacopo; sul colle una torre di avvistamento di età medievale

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Ripafratta

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Finalmente a Lucca

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FOTO 10

Castello di Nozzano

FOTO 11

24/09/2022: Pisa-Caprona-Asciano-Pisa

Le mura di Pisa

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Torre Guelfa

FOTO 13

Pieve di Santa Giulia

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Acquedotto mediceo 

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San Michele degli Scalzi, dal caratteristico campanile pendente… dimenticavo: nel frattempo siamo tornati a Pisa

FOTO 16

26/09/2022: Pisa-San Rossore-Pisa

FOTO 17

27/09/2022: Pisa-Livorno

Sulla ciclovia del Trammino, da Pisa al mare

FOTO 18

FOTO 19

FOTO 20

FOTO 21

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Chiesa di Santa Maria a Marina di Pisa

FOTO 23 S.Maria Marina di Pisa

Ruderi della “colonia Firenze”

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Chiesa di Santa Rosa, Calambrone

FOTO 25 - Santa Rosa Calambrone 2022

Monumento detto “Dei 4 mori” – Livorno

FOTO 26

 

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A.S.D. Nello’s Bikers & Brothers MTB · Oristano 2008

La nuova A.S.D. Nello’s Bikers & Brothers MTB in posa in un insolito sito per i bikers, la scalinata del Seminario Arcivescovile in piazza Cattedrale ad Oristano. In questa foto sono presenti solo la metà dei componenti la squadra con le proprie MTB, compagne di tante avventure.

Da sinistra

Paolo Loria, Tore Uro, Enrico Carta, Alessandro Pilia, Mario Carrus, Paolo Pinna, Andrea Pianu, Tore Serra, Giuliano Sanna, Gianpiero Idda, Giuliana Oppo

B&B MTB Oristano 2008

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Anglona · 8 maggio 2022

Direttamente dal racconto di uno dei protagonisti, Paolo Marras

 

Durante le escursioni capita di fare nuove conoscenze, di chiacchierare, di scambiarsi idee e itinerari, di fare e di ricevere inviti a visitare nuovi territori.

Così succede che con la complice alleanza di alcuni amici conosciuti durante precedenti escursioni si decida di caricare le bici in macchina e affrontare un lungo viaggio per esplorare una delle sub regioni del nord Sardegna non ancora calpestata dalle nostre ruote grasse: l’Anglona.

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Si parte da Bulzi, le cui origini risalgono al medioevo, pedalando sugli stradelli secondari che ne attraversano il territorio in prevalenza collinare; lasciatoci alle spalle il nuraghe S’ Arula percorriamo la breve salita fino al pianoro dove sorge la chiesa di San Nicola, pertinente al villaggio scomparso di Concatile. Da alcune fonti reperite on line l’edificio sarebbe stato eretto dai benedettini attorno al XII secolo.

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Raggiungiamo Sedini da nord. Il paese, noto per la sua “casa nella roccia” è pieno di scorci piacevoli e di antiche chiese; ci prendiamo tutto il tempo necessario per girare tra le viuzze del centro storico e fare qualche foto degli angoli suggestivi che incontriamo durante questa breve digressione.

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Usciti dal paese un breve strappo e la successiva discesa ci introducono verso la parte più spettacolare dell’escursione, quella più ricca di spunti paesaggistici e storici. Si comincia con l’ascesa al colle in cima al quale sorge la chiesa romanica di San Pancrazio di Nursi.

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Dopo una breve pausa per riprendere fiato e le foto di rito discendiamo dal colle e ripercorriamo per qualche km lo stradello appena pedalato fino a raggiungere l’imbocco di un sentiero appena visibile a bordo strada che termina dopo poche decine di metri; abbandonate le biciclette tra l’erba facciamo a piedi la discesa verso la Cascata di Pilchina di li Caaddaggi, un luogo magico incastonato in mezzo a una natura rigogliosa e a un paesaggio di una bellezza indescrivibile.

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Abbandoniamo questo luogo un po’ a malincuore, ma l’escursione ha per noi altre bellezze da mostrarci; così, dopo aver scavalcato un cancello (come spesso capita nelle escursioni) percorriamo il piacevole single track che percorre la valle formata dal Rio Silanis.

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Un cartello abbattuto dal tempo e dall’incuria ci avvisa che siamo nei pressi dell’imboccatura della grotta di Mulargia di cui parlò, a suo tempo (dicembre 1980) la rivista “Speleologia” .

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Affrontiamo diversi saliscendi di uno stradello escursionistico transitando accanto ai ruderi della chiesa dell’Annunziata, pertinente al villaggio scomparso di Speluncas; l’edificio si presenta in cattive condizioni e invaso da erbacce infestanti.

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Siamo a quota 300 metri s.l.m.; ci aspettano due chilometri di discesa fino a quota 160 metri s.l.m. per raggiungere l’ultimo waypoint della giornata, il più intrigante e misterioso: San Nicola di Silanis.

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Eretta nel XII secolo, la chiesa non distante dal già citato sito di Speluncas, fu sede di un insediamento monastico benedettino. Fortunatamente, al momento della nostra visita le condizioni dell’edificio sono decisamente migliori rispetto a quelle documentate negli hyperlink e ci permettono di aggirarci tra le antiche mura cariche di storia con emozione e rispetto.

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L’escursione è praticamente giunta al termine, ci prendiamo il tempo per qualche chiacchierata e una birra (o anche due) prima di lasciare l’ Anglona e tornare in Campidano. Durante il viaggio di ritorno però non ci lasciamo sfuggire gli ultimi due waypoint di giornata, entrambi lungo il tragitto:

1) la chiesa di San Pietro del crocefisso o delle immagini, pochi chilometri fuori Bulzi, è un altro dei gioielli del romanico-pisano in Sardegna, la cui fondazione risalirebbe all’alto medioevo (1080 circa). Il sito è gestito e per visitare la chiesa occorre pagare un ticket.

2) la chiesa di Nostra Signora di Mesumundu o Santa Maria Bubalis si trova accanto alla S.S. 131, all’altezza del bivio per Siligo. L’edificio sorge, come documentato in altre realtà dell’isola, sulle rovine di un piccolo edificio termale di epoca romana; l’architettura evidenzia la sua veneranda età, di fatto è una delle chiese più antiche edificate in Sardegna, risalente al periodo dell’occupazione bizantina.

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Le foto a corredo sono mie e di Sandro Pinna.

 

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Dolianova – Parteolla · 27 Febbraio 2022

Direttamente dal racconto di uno dei protagonisti, Paolo Marras

La cittadina di Dolianova è il centro più importante della subregione storica del Parteolla (dal latino Pars Olea, a sottolinearne la vocazione agricola). Il territorio comunale è prevalentemente collinare ed è proprio verso le colline che dirigiamo le nostre lenostre mountain bike.

Dopo pochi chilometri di leggera salita tra gli oliveti raggiungiamo il primo waypoint di giornata: l’enigmatico sito di “su Crabili de Simoni”, un’emergenza rocciosa nella quale sono scavate tre concavità e varie coppelle. In attesa di un’interpretazione di esperti archeologi, su internet il monumento viene descritto come un altare rupestre, facente parte di un’area sacra preistorica.

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Una lunga salita in asfalto tra gli alberi ci conduce al rifugio di “Sa Colonia”, in località Santu Miali, e da qui dopo un ultimo, impegnativo strappo, finalmente su sterrato.

Siamo al confine tra i territori comunali di Dolianova e Sinnai; pedaliamo costantemente tra i 650 e 900 metri di altitudine, dove le pendenze sono “leggermente” più dolci e ci consentono di guardarci attorno: alla nostra destra spiccano i ripetitori di Punta Serpeddì mentre verso Sud Ovest è possibile arrivare con lo sguardo fino a Cagliari e al mare.

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Il paesaggio è spoglio, battuto dai venti e la vegetazione arborea pressoché assente, e tuttavia non manca di una sua primordiale e selvaggia bellezza.

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Una lunga discesa, alternata a brevi e inattesi strappi, ci porta sulla S.P. 14.

Facciamo una rigenerante sosta presso la sorgente di “Mitza de is nuxis” per un veloce spuntino e approvvigionarsi di acqua potabile; per l’occasione ci fanno compagnia alcune mucche e qualche vitellino incuriosito.

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All’altezza della borgata di San Giorgio, causa una salita ripida e lunga salita, decidiamo di bypassare la visita ai siti archeologici ubicati in località Bruncu Salamu (nuraghe om’è s’orcu e pozzo sacro) e di dirigerci verso ciò che resta della tomba di giganti di “Su Tiriaxiu”. Del monumento purtroppo resta leggibile solo la parte absidale della camera; il crollo purtroppo non permette di rendersi conto di quale poteva essere il suo aspetto.

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All’altezza della borgata di Monti Nou abbandoniamo la provinciale per immetterci su una sterrata che risale il corso del Rio Maidaneddu nonostante le pendenze pedalabili, dopo sei ore di escursione la stanchezza comincia a pesare sulle gambe. Mancano poco meno di 5 km al rientro e un ultimo sito da visitare: il nuraghe detto “de sa tanca de Predi Fadda”, all’interno di un oliveto.

L’edificio, che doveva essere imponente, è crollato e ricoperto dalla vegetazione spontanea. Con molta buona volontà ci facciamo spazio tra i rami fino a raggiungere una delle camere di cui è visibile parte della struttura, ma purtroppo non è possibile l’accesso, così ci limitiamo a qualche vista parziale.

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Sono da poco passate le 16.00 quando facciamo rientro a Dolianova, e dopo un breve consulto decidiamo di spendere un’ultima mezzora per la vista dell’ex cattedrale di San Pantaleo.

L’edificio fu edificato tra il XII e il XIII secolo sul sito di un precedente edificio sacro, attestato da alcune testimonianze integrate nell’attuale chiesa. Dolianova fu sede di diocesi e San Pantaleo ne fu la cattedrale fino alla sua soppressione attorno al 1500.

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Ci resta il tempo di un bicchiere di birra e di chiacchere e di un «arrivederci» alla prossima escursione.

 

Le foto a corredo dell’articolo sono mie e dei due miei “compagni di pedale” Corrado Fenu e Sandro Pinna.

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Tra i due mari (Marceddì – Costa Verde) · Autunno 2021

Direttamente dal racconto di uno dei protagonisti, Paolo Marras

Siamo al confine meridionale della Provincia di Oristano, più precisamente nella borgata di Marceddì, punto di partenza ottimale per un’escursione sul litorale di Arbus, meglio noto con il nome di “Costa Verde”.

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Dopo aver attraversato il famigerato ponte si entra ufficialmente nel territorio di Arbus e finalmente, dopo qualche km. di asfalto, comincia la sterrata.

Siamo in località “Su Brigotzi”, si ascende verso il crinale dei colli che dividono i pescosi stagni di Marceddì dal mare aperto della Costa verde. La pendenza non è estrema, ma il fondo è spesso tecnicamente impegnativo. La macchia mediterranea la fa da padrona e pian piano occupa quegli spazi di cui l’attività estrattiva (barite) si era appropriata.
Guardandosi alle spalle si ha la percezione dell’ampiezza dei bacini lagunari meridionali del golfo di Oristano.

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Dopo lo scollinamento si scende velocemente verso il mare: in lontananza appaiono le borgate di Tunaria (nota anche come Porto Palma) e Torre dei Corsari.

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Da Tunaria, con un po’ di fantasia, ci si inventa un passaggio tra vecchi sentieri e campi arati fino a raggiungere Torre dei Corsari e, più precisamente, la torre spagnola di Flumentorgiu, da dove è possibile avere una visuale panoramica.

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Dalla torre una ripida discesa conduce fino al parcheggio e all’accesso della celebre spiaggia dalle sabbie d’oro per poi risalire lentamente costeggiando le dune e un suggestivo laghetto.

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Dopo un lungo tratto in asfalto, giunti in località Seguris, si torna su sterrato e verso la costa per raggiungere uno dei posti più interessanti e suggestivi del litorale di Arbus: la casa del poeta.
È un luogo che una ha storia singolare, che ha come protagonista un ginepro secolare, un ex minatore e sua moglie e viene raccontata in uno dei link inseriti a fondo pagina.

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Si costeggia il mare prospicente la borgata di Pistis, sorta negli anni ’80, dalla quale si arriva alla frazione di S.Antonio di Santadi e da qui al punto di partenza, a Marceddì.

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Escursione finita? sì, ma anche no, visto che vicino alla borgata è possibile fotografare la torre spagnola (recentemente restaurata per essere riconvertita in osservatorio per il “bird watching”). 

Nel passato di questa struttura anche una trasformazione a uso bellico nel periodo della seconda guerra mondiale. È possibile approfondire ulteriormente nella pagina web dedicata del comune di Terralba (vedi link a fondo pagina).

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Se poi si vuole chiudere in bellezza c’è l’interessante pozzo sacro di Orrì, in territorio di Arborea, la cui manutenzione è curata dai ragazzi dalla Cooperativa Kent’ogos.

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Link utili per saperne di più sui luoghi visitati:

https://arbus.it/costa-verde/

https://arbus.it/costa-verde/tunaria-porto-palma/

https://arbus.it/costa-verde/torre-dei-corsari/

https://percorsidisardegna.wordpress.com/2011/05/10/la-casa-del-poeta/

https://arbus.it/costa-verde/pistis/

https://www.comune.terralba.or.it/it/news/torre-di-marceddi-riapertura-a-seguito-dei-lavori-d

https://www.unionesarda.it/cultura/arborea-ad-orri-archeologi-al-lavoro-per-rendere-visibile-il-pozzo-sacro-t9yvfid1

 

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