Mountain Bike

Nughedu Santa Vittoria · 2016

Direttamente dal racconto di uno dei protagonisti, Paolo Marras

“Una popolare leggenda narra che una fanciulla originaria di Cabras (da cui il termine “Crabarissa”: donna di Cabras) si innamorò di un pastore di Austis conosciuto durante la transumanza invernale, che dalle montagne faceva scendere le greggi alla ricerca dei pascoli migliori, fino alla costa dove il clima era più mite. Furono scambiati i doni e le promesse di matrimonio. Finita la transumanza il pastore ripartì per la montagna e la ragazza attese invano il suo ritorno. La giovane intraprese il lungo viaggio verso la montagna e giunta ad Austis trovò il pastore sposato con un altra donna e nel ritorno verso la pianura, la giovane rimase pietrificata dal dolore.”*

Dal sito del comune di Austis

 

Si dice spesso che le leggende abbiano un fondo di verità: qui nel Mandrolisai la verità è un blocco granitico alto oltre 50 metri che gli elementi hanno scolpito nel corso dei millenni dandogli le sembianze di una donna che indossa un costume tradizionale.

Nughedu Santa Vittoria · 2016

Partiamo in 4 daNughedu Santa Vittoria, al limite orientale del Barigadu: Sandro, Nicola, Gianluca e io. Dopo una iniziale discesa in asfalto il nostro itinerario sale con pendenze variabili fino all’oasi naturalistica di Assai, in agro di Neoneli, pedalando senza fretta sulle ampie sterrate in saliscendi che ne attraversano l’area tra sughere, lecci, macchia mediterranea e graniti fino a “S’ena de Assai” dove scavalchiamo la recinzione dell’oasi per poter percorrere il sentiero fino a “Sa Crabarissa”.

Nughedu Santa Vittoria · 2016 UNO

Nughedu Santa Vittoria · 2016 DUE

Nughedu Santa Vittoria · 2016 TRE

Nughedu Santa Vittoria · 2016 QUATTRO

Trovarsi di fronte a una simile meraviglia della natura ripaga ampiamente di tutti i piccoli sacrifici sostenuti per giungere fin qui; di colpo sparisce la fatica per le salite e i chilometri, abbandoniamo temporaneamente le nostre mountain bike e ci avviciniamo al monumento naturale per le classiche foto ricordo.

Nughedu Santa Vittoria · 2016 CINQUE

Nughedu Santa Vittoria · 2016 SEI

Riprendiamo la nostra escursione percorrendo un piacevole “single track” che aggira il monumento alla base e da lì comincia il rientro verso Nughedu sulle sterrate dell’oasi e successivamente sull’asfalto delle provinciali di collegamento. In prossimità del paese, in località “Arzolas de Goi” andiamo alla scoperta dell’omonima necropoli composta da tre gruppi di Domus de janas risparmiate all’interno dell’area di una cava dismessa; una delle tombe in particolare attira la nostra attenzione per via delle protomi taurine scolpite all’esterno e all’interno di essa.

Nughedu Santa Vittoria · 2016 SETTE

Nughedu Santa Vittoria · 2016 OTTO

Nughedu Santa Vittoria · 2016 NOVE

Nughedu Santa Vittoria · 2016 DIECI

In auto, sulla via del ritorno, ci fermiamo per una breve visita a due suggestivi siti archeologici ubicati in agro di Sorradile:

la necropoli di “Prunittu

Nughedu Santa Vittoria · 2016 UNDICI

Nughedu Santa Vittoria · 2016 DODICI

il santuario nuragico di “Su Monte” (di cui non ho foto perché mi si è scaricata la fotocamera…)

 

Nughedu Santa Vittoria, 24 aprile 2016

Con Sandro Pinna, Nicola Tornello e Gianluca Melis.

 

*(Esiste una seconda versione, meno romantica, della leggenda in cui si racconta che la ragazza ritornava dall’ovile del marito recando in testa un recipiente di sughero pieno di latte. Incontrò un pastore affamato che le chiese cosa portasse sulla testa e lei mentì rispondendo che trasportava pietre. La menzogna le costò cara perchè il pastore le predisse che si sarebbe trasformata in pietra.)

 

Pubblicato in Mountain Bike | Nessun commento

Sedilo · 2015

Direttamente dal racconto di uno dei protagonisti, Paolo Marras.

 

Dici Sedilo, in provincia di Oristano, e subito ti viene in mente “s’Ardia” e l’adrenalina che scorre quando i cavalieri corrono attraverso l’arco del santurario dedicato a Santu Antinu tra due ali di folla.

 

Sedilo 2015 - UNO

Sedilo 2015 - DUE

 

Sedilo per noi diventa un luogo da scoprire grazie alla fantasia e alla conoscenza del territorio di Gonario che ci guida attraverso la nebbia fino a giungere al bellissimo sito di Iloi. Tra la nebbia i monumenti che vediamo e fotografiamo assumono una veste inconsueta che li rende affascinanti.

 

Sedilo 2015 - TRE

Sedilo 2015 - QUATTRO

Sedilo 2015 - CINQUE

 

Scendiamo dal costone di “Binzales” e visitiamo le domus de janas di Ispiluncas quindi percorriamo un suggestivo single track che ci porta a scavalcare la strada statale 131 (dcn) e giungere sulle sponde del lago Omodeo.

 

Sedilo 2015 - SEI

 

Il lago sarà una presenza costante e un punto di riferimento per noi; lo costeggiamo a lungo pedalando sulle sterrate che, chilometro dopo chilometro, ci portano verso il Santuario di Santu Antinu.

 

Sedilo 2015 - SETTE

Sedilo 2015 - OTTO

Sedilo 2015 - NOVE

 

Scendiamo verso il fiume Tirso dove ci aspetta un guado niente affatto semplice…

 

Sedilo 2015 - DIECI

 

Una lunga discesa in asfalto ci conduce in vista di Ottana, in lontananza vediamo le inconfondibili ciminiere, simbolo del fallimento industriale che ha segnato, forse irrimediabilmente, questo territorio. Noi invece ci dirigiamo a nord, dove ci attende la fonte sacra di Puntanarcu nascosta da un boschetto di pioppi, olmi e salici.

 

Sedilo 2015 - UNDICI

Sedilo 2015 - DODICI

 

L’ultima salita mette a dura prova gambe, cuore e polmoni.

 

Sedilo 2015 - TREDICI

 

Per fortuna, all’arrivo, ci aspetta un luogo accogliente e sicuro dove poter recuperare le energie…

 

Sedilo 2015 - QUATTORDICI

 

Sedilo, 8 dicembre 2015

Le foto sono di Luca (aka Pavel Nedved)

Pubblicato in Mountain Bike | Nessun commento

Sa Jara Manna, due anni (e mezzo) dopo · 2015

Direttamente dal racconto di uno dei protagonisti, Paolo Marras.

A raccontare la Giara si corre sempre il rischio di cadere nel retorico banale delle descrizioni da guida turistica, ma certo è difficile restare indifferenti al suo fascino e riuscire a trasmettere le sensazioni vissute.

Vista da Gonnosnò la giara è un bastione naturale da scalare con pazienza e regolarità lungo i tornanti che attraversano Costa Linus fino alla sommità dell’altopiano. La giara per accoglierci ha indossato i colori dell’autunno e mette in mostra per noi i gioielli del suo passato, in agro di Genoni: Corona Arrubia e l’insediamento di Bruncu Suergiu.

 

Sa Jara Manna 01

Sa Jara Manna 02

Sa Jara Manna 03

Sa Jara Manna 04

 

Proseguiamo il nostro giro attraversando le località di Serra Landiri e Perda Maiale lasciandoci a sinistra il colle di Zeppara Manna (580 metri) per dirigerci verso il versante sud-orientale dell’altopiano, in territorio di Gesturi, dove sorge il protonuraghe di Bruncu Maduli (o Madugui, secondo alcune carte).

 

Sa Jara Manna 05

Sa Jara Manna 06

Sa Jara Manna 07

Sa Jara Manna 08

 

Da qui comincia il viaggio di ritorno; ripercorriamo gli stradelli dell’andata di buon passo concedendoci una breve digressione per affacciarci sulle rive di “Pauli s’Ala de Mengianu”, una delle tante paludi che le piogge invernali alimentano e che dissetano la fauna durante l’estate.

 

Sa Jara Manna 09

Sa Jara Manna 10

 

E a proposito di fauna non sono mancati gli incontri ravvicinati con i famosi cavallini e nemmeno con altri animali appartenenti ad aziende insediate sull’altopiano e che con essi condividono l’ambiente e le risorse:

 

Sa Jara Manna 11

Sa Jara Manna 12

Sa Jara Manna 13

 

È difficile restare indifferenti al fascino della Giara, la vivi per poche ore, finisce che te ne innamori e non vedi l’ora di tornarci.

 

Con Gina, Giulia, Ivan, Sandro e Nicola

Pubblicato in Mountain Bike | 2 commenti

Lungo gli argini del Tirso · 2015

Direttamente dal racconto di uno dei protagonisti, Paolo Marras.

Il fiume Tirso caratterizza, con il suo andamento lento e sinuoso, il campidano di Oristano; di lui sono note origini e dati geografici, vicende storiche e attuali di cui restano tracce nei libri e nelle cronache.

Lungo gli argini del Tirso · 2015 UNO

In questa domenica d’autunno il fiume Tirso è un racconto che comincia dalla chiesetta medievale di Santa Maria Maddalena, presso l’abitato di Silì, che possiamo vedere solo dall’esterno.

Lungo gli argini del Tirso · 2015 DUE

Attraversiamo il fiume e pedaliamo piacevolmente sull’argine destro, punto d’osservazione privilegiato per osservare dall’alto la golena, i campi coltivati e la borgata di Pardu Nou; in lontananza vediamo i campanili delle chiese di Solarussa e di Simaxis, oltre il corso del fiume. Giungiamo così alla periferia di Zerfaliu, nei pressi della chiesa di San Giovanni, le cui origini risalgono al medioevo (XIII secolo).

Lungo gli argini del Tirso · 2015 TRE

Lungo gli argini del Tirso · 2015 QUATTRO

Il nostro “racconto” ci porta nei pressi della diga di Santa Vittoria, al confine tra i territori di Ollastra, Zerfaliu e Villanova Truschedu, inaugurata negli anni ‘30 per consentire, tramite un sistema di canalizzazione, l’irrigazione delle pianure a sud del capoluogo.

Lungo gli argini del Tirso · 2015 CINQUE

Sull’antica strada di collegamento tra gli abitati di Zerfaliu e Villanova Truschedu ci sono le parole del “racconto” da leggere per arrivare al complesso nuragico di Santa Barbara e successivamente al santuario di San Gemiliano, siti già visitati in occasione del solstizio d’inverno 2014, come descritto qui.

Lungo gli argini del Tirso · 2015 SEI

Lungo gli argini del Tirso · 2015 SETTE

Lungo gli argini del Tirso · 2015 OTTO

Lungo gli argini del Tirso · 2015 NOVE

Prima di scrivere la parola “fine”, il tempo a nostra disposizione ce lo permette, ci concediamo una breve digressione su asfalto per fotografare i ruderi della chiesa di San Nicolò di Mira e, a pochi metri, la chiesa, restaurata, di San Teodoro, nel sito dove sorse originariamente il paese di San Vero Congius poi abbandonato a causa di una devastante alluvione del Tirso e ricostruito là dove sorge attualmente.

Lungo gli argini del Tirso · 2015 DIECI

Lungo gli argini del Tirso · 2015 UNDICI

Lungo gli argini del Tirso · 2015 DODICI

Lungo gli argini del Tirso · 2015 TREDICI

 

Con Gina, Giulia, Sandro, Francesco e Marco.

Le foto sono di Giulia Dimase, Sandro Pinna, Marco Soru, Francesco Corona.

Oristano, 25 ottobre 2015

Pubblicato in Mountain Bike | Nessun commento

Su Pranu ‘e Santa Luxia · Monte Arci 2015

Direttamente dal racconto di uno dei protagonisti, Paolo Marras.

 

Tra i vari comuni che estendono il loro territorio nell’area del Monte Arci Usellus è l’unico a poter vantare sicure ascendenze romane delle quali il segno più evidente è quanto resta del ponte ubicato alla periferia settentrionale dell’abitato.

Su Pranu 'e Santa Luxia UNO

Oggi, 18 ottobre, la nostra escursione domenicale parte da qui, ed esattamente dal sagrato della chiesa di Santa Reparata da dove partiamo in sette (Francesca, Gina, Simona, Nicola, Guido, Marco e chi scrive).

Percorriamo i primi chilometri pedalando piacevoli sterrate in saliscendi che ci permettono di raggiungere Villaverde e da lì il nuraghe Truttiris, primo obiettivo di una giornata che si rivelerà ricca di spunti archeologici e paesaggistici.

Su Pranu 'e Santa Luxia DUE

Su Pranu 'e Santa Luxia DUE-B

Su Pranu 'e Santa Luxia DUE-C

Si sale su asfalto fino a raggiungere la chiesa campestre di San Mauro; a poca distanza dal tempio cristiano si trova il pozzo omonimo, di probabile origine nuragica, ennesimo esempio di sincretismo religioso presente nella nostra regione.

Su Pranu 'e Santa Luxia TRE

Su Pranu 'e Santa Luxia QUATTRO

L’asfalto termina poco più in là e subito comincia la salita di Scala Argentu che ci porta sulla piana di Santa Lucia; la percorriamo pedalando su una larghissima striscia tagliafuoco per circa un chilometro fin quando, alla nostra sinistra si apre un passaggio che ci permette di raggiungere il sito di Nurax’è Mau (noto sulle IGM come nuraghe San Mauro, probabilmente per la relativa vicinanza con la chiesetta visitata in precedenza). Nel camminare tra la vegetazione che ancora lo circonda si ha la percezione di trovarsi all’interno di un antico villaggio di cui è difficile intuire l’esatta dimensione.

Su Pranu 'e Santa Luxia CINQUE

Su Pranu 'e Santa Luxia SEI

Su Pranu 'e Santa Luxia SETTE

Riprendiamo la tagliafuoco procedendo paralleli al costone di Corongiu Arrubiu per raggiungere l’area archeologica di Brunk’e s’omu a cui si accede tramite un cancello (aperto) alla nostra sinistra. Dopo esserci riforniti d’acqua alla sorgente di Mitza Margiani visitiamo l’area, indagata da diverse campagne di scavo che ne hanno messo in luce la vastità e la complessità.

Su Pranu 'e Santa Luxia OTTO

Su Pranu 'e Santa Luxia NOVE

Seguendo uno stradello aperto successivamente al devastante incendio che interessò l’altipiano nel luglio del 2009 “scaliamo” il rilievo di Cuccuru Aspru, a quota 496 metri, tra la macchia mediterranea nel frattempo ricresciuta e le residue querce scampate al disastro, quindi raggiungiamo la sorgente ubicata all’interno della lecceta di S’Arroxiu e da qui la chiesa campestre di Santa Lucia dove sorgono (avevate dubbi?) non uno, bensì due nuraghes, fatti oggetto di una sommaria pulizia che ne agevola l’accesso e ne svela qualche piccolo segreto.

 

Su Pranu 'e Santa Luxia DIECI

Su Pranu 'e Santa Luxia UNDICI

Su Pranu 'e Santa Luxia DODICI

Poco distante, anche se non facilmente individuabile, è visitabile la Tomba di giganti di Motrox’è bois (vedi link precedente).

Su Pranu 'e Santa Luxia TREDICI

Qui, di fatto, si conclude la nostra archeo escursione; dopo una lunga discesa su asfalto ci resta il tempo per qualche bicchiere di birra e tante chiacchere in allegria.

 

p.s. un assiduo frequentatore di questo blog auspicava un report della zona in argomento, di cui credo sia originario; spero che leggendo queste poche righe possa ripercorrere sul filo della memoria luoghi a lui noti.

 

Su Pranu 'e Santa Luxia QUATTORDICI

 

Le foto sono state scattate da Nicola Tornello, Marco Soru, Francesca LaGioia, Simona Meli e da me.

 

Pubblicato in Mountain Bike | 1 commento

I sentieri di Giorgio Asproni · Gonnesa 2015

Direttamente dal racconto di uno dei protagonisti, Paolo Marras.

Qualche immagine della bella escursione organizzata dalla ASD Gonnesa Bike in data 3 maggio 2015.

Partiti dalla spiaggia di Plagemesu…  

I sentieri di Giorgio Asproni - 01

…il nutrito gruppo dei bikers (circa 150 gli iscritti) ha attraversato il paese di Gonnesa per poi percorrere i vecchi sentieri del territorio, i sentieri di Giorgio Asproni appunto, ingegnere e imprenditore di fine ‘800. 

I sentieri di Giorgio Asproni - 02

Numerose le testimonianze del passato minerario di questa zona incontrati lungo l’itinerario:

i forni di Santu Antoi, 

I sentieri di Giorgio Asproni - 03

il villaggio Asproni, residenza dello stesso ingegnere e dai minatori,

I sentieri di Giorgio Asproni - 04

I sentieri di Giorgio Asproni - 05

I sentieri di Giorgio Asproni - 06

I sentieri di Giorgio Asproni - 07

“Sa Macchina Beccia”,

I sentieri di Giorgio Asproni - 08

I ruderi della Laveria.

I sentieri di Giorgio Asproni - 09

I sentieri di Giorgio Asproni - 11

A presto amici di Gonnesa e grazie per avermi fatto conoscere il vostro bellissimo territorio.

I sentieri di Giorgio Asproni - 12

 

Le foto sono di Livio Onnis e Massimo Pau

Pubblicato in Mountain Bike | Nessun commento

Montiferru Nord · Sulle tracce di SuperAle · 2015

Direttamente dal racconto di uno dei protagonisti, Paolo Marras.

 

Era da parecchio che pensavo di ripercorrere uno dei tanti bei giri tracciati da “SuperAle” Pilia sul versante settentrionale del Montiferru, uno in particolare, che partendo dal centro abitato di Cuglieri

Sulle tracce di SuperAle 01

Sono circa le nove quando io, Sandro e Nicola, siamo pronti a muoverci. Il gps indica una discesa verso occidente per raggiungere la località di ”Sa Tanca Manna” dove prospera, incurante dello scorrere, del tempo un olivastro millenario; le sue dimensioni sono tali che è quasi impossbile riuscire a fotografarlo interamente con le nostre fotocamere amatoriali, ma ci proviamo comunque per portarci via un ricordo di questo patriarca verde.

Sulle tracce di SuperAle 02

Pedaliamo su una stretta strada di campagna verso il nord, transitando nei pressi della chiesa campestre di Sant’Imbenia, e proseguendo a nord fino a trovare una carrareccia in evidente stato di abbandono che ci condurrà alla chiesa campestre di San Quirico. Oggi è solo un rudere, ma fino ai primi del ‘900 vi venivano svolti i festeggiamenti per il santo.

Sulle tracce di SuperAle 03

Sulle tracce di SuperAle 04

Sulle tracce di SuperAle 05

Una lunga strada cementata in salita ci conduce a Sennariolo, dove siamo costretti a una prima sosta tecnica all’ombra della chiesa di Sant‘Andrea. L’inconveniente non ci impedisce di notare e fotografare un paio dei notevoli “murales” che rappresentano scene e persone del passato del paese.

Sulle tracce di SuperAle 06

Sulle tracce di SuperAle 07

Saliamo verso Scano di Montiferro (Iscanu, in lingua sarda) attraversando un bel bosco che ci ripara da un sole che comincia a scaldare e dai… pallini sparati dai fucili di una gara di tiro al piattello in corso di svolgimento sul colle di San Giorgio, a poche decine di metri dall’omonima chiesetta. Dopo una seconda sosta tecnica attraversiamo il paese per dirigerci verso est.

Sulle tracce di SuperAle 08

Sulle tracce di SuperAle 09

Molte zone della nostra regione sono ricche di resti archeologici la cui conoscenza è riservata ai locali e agli addetti ai lavori e poco o nulla si sa all’esterno. È il caso della tomba di giganti di Perdas Doladas, nei cui pressi sorge una cappella e un cippo litico su cui è scolpita una croce, probabili segni di una continuità di culto arrivata sino ai giorni nostri. Difficile invece per noi profani leggere in maniera corretta l’aspetto originario del monumento.

Sulle tracce di SuperAle 10

Sulle tracce di SuperAle 11

Quando si pedala su vecchie tracce può capitare di trovare i sentieri chiusi dalla vegetazione e allora si deve essere pronti a prendere la bici in spalla e cercarsi l’alternativa. Così scendiamo paralleli al percorso originario seguendo una serie di muretti a secco che ci riconducono sulla “retta via”, quella che ci permette di visitare in rapida sequenza il nuraghe Santa Barbara (con l’immancabile chiesa campestre annessa) e il nuraghe Abbauddi, in ottimo stato di conservazione, tanto da essere stato “riciclato” come locale di servizio da un allevatore della zona.

Sulle tracce di SuperAle 12

Sulle tracce di SuperAle 13

Sulle tracce di SuperAle 14

Percorriamo un’antica carrareccia, il cui lastricato alterna tratti dissestati ad altri in buono stato, tutto comunque percorribile, fino a giungere sull’asfalto che ci permette di raggiungere l’ultimo obiettivo di giornata: il nuraghe Nuracale.

Sulle tracce di SuperAle 15

Sulle tracce di SuperAle 16

È difficile trovare le parole per descrivere questo monumento, la sua maestosità, il suo fascino, il mistero che trapela dalle strutture venute alla luce dopo gli scavi. È difficile anche descrivere il disappunto nel verificare lo stato di completo abbandono in cui si trova.

Sulle tracce di SuperAle 17

Qui, di fatto, dopo 10 ore in giro, si chiude l’escursione. Il rientro, tutto su asfalto, ci lascia il tempo necessario per un bicchiere di birra, chiacchere e idee in divenire.

È già tempo di programmare la prossima avventura.

 

Le foto sono dei miei due complici: Sandro Pinna e Nicola Tornello.

Cuglieri, 01.05.2015

 

Pubblicato in Mountain Bike | 3 commenti

Le escursioni invernali · capitolo 5

Direttamente dal racconto di uno dei protagonisti, Paolo Marras.

 

Le escursioni invernali – capitolo 5

 

Poche parole per raccontare una giornata di puro divertimento, un’uscita che aveva come unico scopo la ricerca di sentieri imbiancati e paesaggi inconsueti per chi, come noi, vede di rado la neve.

Siamo partiti in sette da Santu Lussurgiu (Giovanni, Amedeo, Remo, Gian Mario, Tiziano, Nicola e chi scrive) per arrampicarci lungo l’asfalto che, dalla periferia del paese conduce fino in località Silvanis e da lì fino ai ripetitori televisivi di Badde Urbara, non raggiunti per il ghiaccio e la neve.

Ecco qualche foto della giornata.

 

La salita

Le escursioni invernali – capitolo 5 - UNO

Riu Pedra Lada

Le escursioni invernali – capitolo 5 - DUE

Rimboschimento di Silvanis

Le escursioni invernali – capitolo 5 - TRE

Il ghiaccio

Le escursioni invernali – capitolo 5 - QUATTRO

In discesa

Le escursioni invernali – capitolo 5 - CINQUE

Arrivederci alla prossima puntata

Le escursioni invernali – capitolo 5 - SEI 

Le foto sono mie, di Nicola Tornello e Gian Mario Camedda.

Pubblicato in Mountain Bike | Nessun commento

Le escursioni invernali · capitolo 4

Direttamente dal racconto di uno dei protagonisti, Paolo Marras.

 

Le escursioni invernali – capitolo 4

 

La zona di confine tra il Campidano e l’altipiano di Abbasanta si presenta ricca di spunti paesaggistici e archeologici (nonché gastronomici per chi ama passeggiare in cerca di funghi e asparagi) degni di nota; diversi sono gli itinerari possibili per disegnare escursioni nel territorio come quelle effettuate nel mese di dicembre e già raccontate su questo sito (clicca qui e qui per leggere).

Con Sandro e Nicola, decidamo di collegare idealmente le escursioni di cui sopra scegliendo l’abitato di Bauladu come punto di partenza e, più precisamente, la chiesa medievale di San Lorenzo, ubicata alla periferia del paese all’interno dell’omonimo parco. Attorno all’edificio si possono osservare lapidi e cippi funerari dell’antico cimitero mentre nel muro di recinzione si può facilmente identificare la nicchia superstite di un nuraghe.

Le escursioni invernali · capitolo 4 UNO

Le escursioni invernali · capitolo 4 DUE

Le escursioni invernali · capitolo 4 TRE

Ci dirigiamo a nord, sull’asfalto della vecchia S.S. 131; il tracciato segue il corso del Rio Pizziu con una pendenza leggera, il traffico inesistente e i vecchi pini che fiancheggiano la strada creano un’atmosfera che rende particolarmente gradevole pedalare. Giungiamo così, in completo relax, al nostro primo obiettivo: il nuraghe Crabia. Il monumento è in buono stato e visitabile, la camera interna è integra e sono perfettamente leggibili tre nicchie, o meglio, due perché la terza è in realtà l’accesso a una stanza “segreta” ubicata esattamente sopra l’ingresso.

Le escursioni invernali · capitolo 4 QUATTRO

Le escursioni invernali · capitolo 4 CINQUE

Le escursioni invernali · capitolo 4 SEI

Dopo aver visitato il monumento riprendiamo la nostra escursione verso il nostro secondo obiettivo: la tomba di giganti di Mura Cuada, raggiungibile tramite una sterrata in salita e opportunamente segnalata da un’indicazione turistica. L’antica sepoltura, ubicata a ridosso della linea ferroviaria, si caratterizza per la tipologia costruttiva (simile alla celebre “Dom’e s’orcu” di Siddi) e per le dimensioni ridotte rispetto alla media, è in buono stato di conservazione e accessibile.

Le escursioni invernali · capitolo 4 SETTE

Raggiungiamo Paulilatino e da lì comincia la discesa in asfalto, le nostre bici corrono veloci verso la pianura fino all’incrocio che ci condurrà al nuraghe Trinchi; la ricerca del sito non è affatto agevole, ma per nostra fortuna incontriamo il proprietario del terreno su cui sorge il nuraghe che ci autorizza a entrare sul suo terreno e ci indica esattamente come raggiungere il monumento; il nuraghe è attualmente in stato di abbandono, aggredito dalla vegetazione e ridotto a discarica.

Le escursioni invernali · capitolo 4 OTTO

Le escursioni invernali · capitolo 4 NOVE

Un successivo incontro con due allevatori ci rivela l’esistenza di una gradevole scorciatoia in discesa attraverso la loro proprietà; oltre ad accorciare notevolmente il tragitto evitiamo diversi chilometri d’asfalto e il passaggio attraverso Milis per ritrovarci in prossimità del nuraghe Crabia (visitato solo qualche ora prima).

Le escursioni invernali · capitolo 4 DIECI

Le escursioni invernali · capitolo 4 UNDICI

Dopo poche pedalate siamo nuovamente a Bauladu. Ci concediamo due chiacchere per commentare le impressioni della giornata prima di salutarci e pensare alla prossima uscita: è tempo di cambiare teatro di operazioni.

Le escursioni invernali · capitolo 4 DODICI

Le foto di giornata sono mie, di Sandro Pinna e Nicola Tornello.

Bauladu, 10.01.2015

 

Pubblicato in Mountain Bike | 1 commento

Le escursioni invernali · capitolo 3

Direttamente dal racconto di uno dei protagonisti, Paolo Marras.

 

Le escursioni invernali – capitolo 3

 

Buona la prima del 2015 e non poteva essere altrimenti visto che… Ma lasciate che vi racconti com’è andata.

 

Per domenica 4 gennaio decidiamo di far rotolare le nostre ruote grasse in quel di Asuni, paese che già in passato è stato punto di partenza di belle escursioni.

Oreste, Stefano e Manuel, perfetti padroni di casa, ci guidano lungo la vecchia strada che, risalendo il corso del Rio Araxixi, porta dal piccolo centro della Brabaxana al Sarcidano e alle Barbagie. Il fiume, nel corso dei millenni, ha scavato una valle dai costoni scoscesi, ma di rara e selvaggia bellezza. Sulla sponda opposta, nel versante di Samugheo, vediamo i ruderi di Castel Medusa.

Le escursioni invernali 3 - UNO

Le escursioni invernali 3 - DUE

Le escursioni invernali 3 - TRE

Le escursioni invernali 3 - QUATTRO

Dopo aver scollinato affrontiamo una breve discesa su sterrato al termine della quale giungiamo in località Orrubiu dove ci fermiamo a salutare uno dei tanti patriarchi verdi della nostra regione, un olivastro quasi certamente millenario.

Le escursioni invernali 3 - CINQUE

Proseguiamo verso nord-est pedalando di buon passo, transitiamo per Genna ‘e Arrelei per avvicinarci al nostro primo obiettivo di giornata: il nuraghe Nolza, in agro di Meana Sardo. Inserire L’ascesa per giungere ai circa 800 metri del rilievo su cui sorge è ripida e non da tregua, ma è breve e, una volta in cima, siamo ripagati ampiamente dalla bellezza del monumento, pulito e accessibile, e dal panorama a 360° che si gode dalla vetta.

Le escursioni invernali 3 - SEI

Le escursioni invernali 3 - SETTE

Le escursioni invernali 3 - OTTO

Il ritorno è veloce (per forza, è praticamente tutta discesa!), superiamo di slancio Genna ‘e Arrelei e andiamo in direzione sud, fino alla località di Genna Corte dove ci fermiamo a consumare un pasto leggero in un agriturismo della zona.

Dopo pranzo, per favorire la digestione, pedaliamo senza fretta ancora verso sud, verso il secondo e ultimo obiettivo della nostra escursione: il sito di Corte Noa; qui possiamo ammirare un interessante allineamento di menhir nonché i ruderi di una possibile “allee couverte”. Siamo a due passi da Perda Iddocca, il sito da cui sono stati prelevati molti dei menhir esposti nel museo di Laconi.

Le escursioni invernali 3 - NOVE

Le escursioni invernali 3 - DIECI

Le escursioni invernali 3 - UNDICI

Le escursioni invernali 3 - DODICI

Rientriamo ad Asuni che è quasi il tramonto,

Le escursioni invernali 3 - TREDICI

un’altra bella giornata è trascorsa tra chilometri e vecchie pietre su cui è scritta la storia della nostra isola; ci restano i ricordi, le emozioni e le immagini di questa avventura.

Alla prossima escursione!

Le escursioni invernali 3 - QUATTORDICI

Asuni, 04.01.2015

 

Con: Oreste, Stefano, Manuel, Giovanni, Tiziano, Andrea 1, Andrea 2, Massimo, Roberto, Nicola, Sandro, Tore, Luca, Paolo.

 

Le foto sono di Andrea Somaroli, Tore Serra e Nicola Tornello.

 

Pubblicato in Mountain Bike | 5 commenti