Mountain Bike

Montiferru Nord · Sulle tracce di SuperAle · 2015

Direttamente dal racconto di uno dei protagonisti, Paolo Marras.

 

Era da parecchio che pensavo di ripercorrere uno dei tanti bei giri tracciati da “SuperAle” Pilia sul versante settentrionale del Montiferru, uno in particolare, che partendo dal centro abitato di Cuglieri

Sulle tracce di SuperAle 01

Sono circa le nove quando io, Sandro e Nicola, siamo pronti a muoverci. Il gps indica una discesa verso occidente per raggiungere la località di ”Sa Tanca Manna” dove prospera, incurante dello scorrere, del tempo un olivastro millenario; le sue dimensioni sono tali che è quasi impossbile riuscire a fotografarlo interamente con le nostre fotocamere amatoriali, ma ci proviamo comunque per portarci via un ricordo di questo patriarca verde.

Sulle tracce di SuperAle 02

Pedaliamo su una stretta strada di campagna verso il nord, transitando nei pressi della chiesa campestre di Sant’Imbenia, e proseguendo a nord fino a trovare una carrareccia in evidente stato di abbandono che ci condurrà alla chiesa campestre di San Quirico. Oggi è solo un rudere, ma fino ai primi del ‘900 vi venivano svolti i festeggiamenti per il santo.

Sulle tracce di SuperAle 03

Sulle tracce di SuperAle 04

Sulle tracce di SuperAle 05

Una lunga strada cementata in salita ci conduce a Sennariolo, dove siamo costretti a una prima sosta tecnica all’ombra della chiesa di Sant‘Andrea. L’inconveniente non ci impedisce di notare e fotografare un paio dei notevoli “murales” che rappresentano scene e persone del passato del paese.

Sulle tracce di SuperAle 06

Sulle tracce di SuperAle 07

Saliamo verso Scano di Montiferro (Iscanu, in lingua sarda) attraversando un bel bosco che ci ripara da un sole che comincia a scaldare e dai… pallini sparati dai fucili di una gara di tiro al piattello in corso di svolgimento sul colle di San Giorgio, a poche decine di metri dall’omonima chiesetta. Dopo una seconda sosta tecnica attraversiamo il paese per dirigerci verso est.

Sulle tracce di SuperAle 08

Sulle tracce di SuperAle 09

Molte zone della nostra regione sono ricche di resti archeologici la cui conoscenza è riservata ai locali e agli addetti ai lavori e poco o nulla si sa all’esterno. È il caso della tomba di giganti di Perdas Doladas, nei cui pressi sorge una cappella e un cippo litico su cui è scolpita una croce, probabili segni di una continuità di culto arrivata sino ai giorni nostri. Difficile invece per noi profani leggere in maniera corretta l’aspetto originario del monumento.

Sulle tracce di SuperAle 10

Sulle tracce di SuperAle 11

Quando si pedala su vecchie tracce può capitare di trovare i sentieri chiusi dalla vegetazione e allora si deve essere pronti a prendere la bici in spalla e cercarsi l’alternativa. Così scendiamo paralleli al percorso originario seguendo una serie di muretti a secco che ci riconducono sulla “retta via”, quella che ci permette di visitare in rapida sequenza il nuraghe Santa Barbara (con l’immancabile chiesa campestre annessa) e il nuraghe Abbauddi, in ottimo stato di conservazione, tanto da essere stato “riciclato” come locale di servizio da un allevatore della zona.

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Sulle tracce di SuperAle 13

Sulle tracce di SuperAle 14

Percorriamo un’antica carrareccia, il cui lastricato alterna tratti dissestati ad altri in buono stato, tutto comunque percorribile, fino a giungere sull’asfalto che ci permette di raggiungere l’ultimo obiettivo di giornata: il nuraghe Nuracale.

Sulle tracce di SuperAle 15

Sulle tracce di SuperAle 16

È difficile trovare le parole per descrivere questo monumento, la sua maestosità, il suo fascino, il mistero che trapela dalle strutture venute alla luce dopo gli scavi. È difficile anche descrivere il disappunto nel verificare lo stato di completo abbandono in cui si trova.

Sulle tracce di SuperAle 17

Qui, di fatto, dopo 10 ore in giro, si chiude l’escursione. Il rientro, tutto su asfalto, ci lascia il tempo necessario per un bicchiere di birra, chiacchere e idee in divenire.

È già tempo di programmare la prossima avventura.

 

Le foto sono dei miei due complici: Sandro Pinna e Nicola Tornello.

Cuglieri, 01.05.2015

 

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Le escursioni invernali · capitolo 5

Direttamente dal racconto di uno dei protagonisti, Paolo Marras.

 

Le escursioni invernali – capitolo 5

 

Poche parole per raccontare una giornata di puro divertimento, un’uscita che aveva come unico scopo la ricerca di sentieri imbiancati e paesaggi inconsueti per chi, come noi, vede di rado la neve.

Siamo partiti in sette da Santu Lussurgiu (Giovanni, Amedeo, Remo, Gian Mario, Tiziano, Nicola e chi scrive) per arrampicarci lungo l’asfalto che, dalla periferia del paese conduce fino in località Silvanis e da lì fino ai ripetitori televisivi di Badde Urbara, non raggiunti per il ghiaccio e la neve.

Ecco qualche foto della giornata.

 

La salita

Le escursioni invernali – capitolo 5 - UNO

Riu Pedra Lada

Le escursioni invernali – capitolo 5 - DUE

Rimboschimento di Silvanis

Le escursioni invernali – capitolo 5 - TRE

Il ghiaccio

Le escursioni invernali – capitolo 5 - QUATTRO

In discesa

Le escursioni invernali – capitolo 5 - CINQUE

Arrivederci alla prossima puntata

Le escursioni invernali – capitolo 5 - SEI 

Le foto sono mie, di Nicola Tornello e Gian Mario Camedda.

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Le escursioni invernali · capitolo 4

Direttamente dal racconto di uno dei protagonisti, Paolo Marras.

 

Le escursioni invernali – capitolo 4

 

La zona di confine tra il Campidano e l’altipiano di Abbasanta si presenta ricca di spunti paesaggistici e archeologici (nonché gastronomici per chi ama passeggiare in cerca di funghi e asparagi) degni di nota; diversi sono gli itinerari possibili per disegnare escursioni nel territorio come quelle effettuate nel mese di dicembre e già raccontate su questo sito (clicca qui e qui per leggere).

Con Sandro e Nicola, decidamo di collegare idealmente le escursioni di cui sopra scegliendo l’abitato di Bauladu come punto di partenza e, più precisamente, la chiesa medievale di San Lorenzo, ubicata alla periferia del paese all’interno dell’omonimo parco. Attorno all’edificio si possono osservare lapidi e cippi funerari dell’antico cimitero mentre nel muro di recinzione si può facilmente identificare la nicchia superstite di un nuraghe.

Le escursioni invernali · capitolo 4 UNO

Le escursioni invernali · capitolo 4 DUE

Le escursioni invernali · capitolo 4 TRE

Ci dirigiamo a nord, sull’asfalto della vecchia S.S. 131; il tracciato segue il corso del Rio Pizziu con una pendenza leggera, il traffico inesistente e i vecchi pini che fiancheggiano la strada creano un’atmosfera che rende particolarmente gradevole pedalare. Giungiamo così, in completo relax, al nostro primo obiettivo: il nuraghe Crabia. Il monumento è in buono stato e visitabile, la camera interna è integra e sono perfettamente leggibili tre nicchie, o meglio, due perché la terza è in realtà l’accesso a una stanza “segreta” ubicata esattamente sopra l’ingresso.

Le escursioni invernali · capitolo 4 QUATTRO

Le escursioni invernali · capitolo 4 CINQUE

Le escursioni invernali · capitolo 4 SEI

Dopo aver visitato il monumento riprendiamo la nostra escursione verso il nostro secondo obiettivo: la tomba di giganti di Mura Cuada, raggiungibile tramite una sterrata in salita e opportunamente segnalata da un’indicazione turistica. L’antica sepoltura, ubicata a ridosso della linea ferroviaria, si caratterizza per la tipologia costruttiva (simile alla celebre “Dom’e s’orcu” di Siddi) e per le dimensioni ridotte rispetto alla media, è in buono stato di conservazione e accessibile.

Le escursioni invernali · capitolo 4 SETTE

Raggiungiamo Paulilatino e da lì comincia la discesa in asfalto, le nostre bici corrono veloci verso la pianura fino all’incrocio che ci condurrà al nuraghe Trinchi; la ricerca del sito non è affatto agevole, ma per nostra fortuna incontriamo il proprietario del terreno su cui sorge il nuraghe che ci autorizza a entrare sul suo terreno e ci indica esattamente come raggiungere il monumento; il nuraghe è attualmente in stato di abbandono, aggredito dalla vegetazione e ridotto a discarica.

Le escursioni invernali · capitolo 4 OTTO

Le escursioni invernali · capitolo 4 NOVE

Un successivo incontro con due allevatori ci rivela l’esistenza di una gradevole scorciatoia in discesa attraverso la loro proprietà; oltre ad accorciare notevolmente il tragitto evitiamo diversi chilometri d’asfalto e il passaggio attraverso Milis per ritrovarci in prossimità del nuraghe Crabia (visitato solo qualche ora prima).

Le escursioni invernali · capitolo 4 DIECI

Le escursioni invernali · capitolo 4 UNDICI

Dopo poche pedalate siamo nuovamente a Bauladu. Ci concediamo due chiacchere per commentare le impressioni della giornata prima di salutarci e pensare alla prossima uscita: è tempo di cambiare teatro di operazioni.

Le escursioni invernali · capitolo 4 DODICI

Le foto di giornata sono mie, di Sandro Pinna e Nicola Tornello.

Bauladu, 10.01.2015

 

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Le escursioni invernali · capitolo 3

Direttamente dal racconto di uno dei protagonisti, Paolo Marras.

 

Le escursioni invernali – capitolo 3

 

Buona la prima del 2015 e non poteva essere altrimenti visto che… Ma lasciate che vi racconti com’è andata.

 

Per domenica 4 gennaio decidiamo di far rotolare le nostre ruote grasse in quel di Asuni, paese che già in passato è stato punto di partenza di belle escursioni.

Oreste, Stefano e Manuel, perfetti padroni di casa, ci guidano lungo la vecchia strada che, risalendo il corso del Rio Araxixi, porta dal piccolo centro della Brabaxana al Sarcidano e alle Barbagie. Il fiume, nel corso dei millenni, ha scavato una valle dai costoni scoscesi, ma di rara e selvaggia bellezza. Sulla sponda opposta, nel versante di Samugheo, vediamo i ruderi di Castel Medusa.

Le escursioni invernali 3 - UNO

Le escursioni invernali 3 - DUE

Le escursioni invernali 3 - TRE

Le escursioni invernali 3 - QUATTRO

Dopo aver scollinato affrontiamo una breve discesa su sterrato al termine della quale giungiamo in località Orrubiu dove ci fermiamo a salutare uno dei tanti patriarchi verdi della nostra regione, un olivastro quasi certamente millenario.

Le escursioni invernali 3 - CINQUE

Proseguiamo verso nord-est pedalando di buon passo, transitiamo per Genna ‘e Arrelei per avvicinarci al nostro primo obiettivo di giornata: il nuraghe Nolza, in agro di Meana Sardo. Inserire L’ascesa per giungere ai circa 800 metri del rilievo su cui sorge è ripida e non da tregua, ma è breve e, una volta in cima, siamo ripagati ampiamente dalla bellezza del monumento, pulito e accessibile, e dal panorama a 360° che si gode dalla vetta.

Le escursioni invernali 3 - SEI

Le escursioni invernali 3 - SETTE

Le escursioni invernali 3 - OTTO

Il ritorno è veloce (per forza, è praticamente tutta discesa!), superiamo di slancio Genna ‘e Arrelei e andiamo in direzione sud, fino alla località di Genna Corte dove ci fermiamo a consumare un pasto leggero in un agriturismo della zona.

Dopo pranzo, per favorire la digestione, pedaliamo senza fretta ancora verso sud, verso il secondo e ultimo obiettivo della nostra escursione: il sito di Corte Noa; qui possiamo ammirare un interessante allineamento di menhir nonché i ruderi di una possibile “allee couverte”. Siamo a due passi da Perda Iddocca, il sito da cui sono stati prelevati molti dei menhir esposti nel museo di Laconi.

Le escursioni invernali 3 - NOVE

Le escursioni invernali 3 - DIECI

Le escursioni invernali 3 - UNDICI

Le escursioni invernali 3 - DODICI

Rientriamo ad Asuni che è quasi il tramonto,

Le escursioni invernali 3 - TREDICI

un’altra bella giornata è trascorsa tra chilometri e vecchie pietre su cui è scritta la storia della nostra isola; ci restano i ricordi, le emozioni e le immagini di questa avventura.

Alla prossima escursione!

Le escursioni invernali 3 - QUATTORDICI

Asuni, 04.01.2015

 

Con: Oreste, Stefano, Manuel, Giovanni, Tiziano, Andrea 1, Andrea 2, Massimo, Roberto, Nicola, Sandro, Tore, Luca, Paolo.

 

Le foto sono di Andrea Somaroli, Tore Serra e Nicola Tornello.

 

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Le escursioni invernali · capitolo 2

Direttamente dal racconto di uno dei protagonisti, Paolo Marras.

 

Le escursioni invernali – capitolo 2

 

E stavolta è proprio inverno, visto che è 21 dicembre.

Le escursioni invernali 2 - UNO

Tale data coincide con il solstizio detto (appunto) invernale, una ricorrenza celebrata fin dal neolitico da diverse culture (il nostro Natale è figlio dei riti solari dei romani, dei quali ha preso il posto). In Sardegna, da qualche anno, si è ricominciato a frequentare i nuraghi nei quali il solstizio si manifesta con l’apparizione di giochi di luce che danno forma alla testa di un toro, animale che nell’antichità, in coppia con la divinità femminile (l’acqua e la luna sono le più note) rappresentava per i nuragici la coppia divina della loro religiosità. Nel 2013 avevo assistito all’evento all’interno del nuraghe Zuras, da cui era partita una piacevole e interessante escursione; quest’anno, con Sandro e Nicola abbiamo deciso di vivere l’esperienza al nuraghe Santa Barbara di Villanova Truschedu, scelto come punto di partenza dell’escursione del solstizio.

Le escursioni invernali 2 - DUE

Le escursioni invernali 2 - TRE

Le escursioni invernali 2 - QUATTRO

Le escursioni invernali 2 - CINQUE

Le escursioni invernali 2 - SEI

Dopo aver assistito all’evento (visibile a sprazzi per via delle nuvole che, ogni tanto, coprivano il sole) partiamo in direzione del nuraghe Benas, situato a nord-ovest rispetto alla nostra posizione e raggiungibile percorrendo strade solo in parte asfaltate. L’esterno della torre è in buono stato, ma l’accesso è purtroppo precluso dalla vegetazione e dai crolli delle pietre; con qualche accorgimento riusciamo a fotografare l’interno, dove notiamo una curiosa pietra eretta (un menhir? Chissà) mentre non riusciamo a scorgere le scale per la terrazza che le nostre fonti localizzano sul lato destro.

Le escursioni invernali 2 - SETTE

Le escursioni invernali 2 - OTTO

Le escursioni invernali 2 - NOVE

Le escursioni invernali 2 - DIECI

Nuovamente in sella verso ovest, raggiungiamo un passaggio a livello chiuso e attendiamo il transito del treno…

Le escursioni invernali 2 - UNDICI

…prima di dirigerci verso il vicino sito di Pidighi, pressoché abbandonato. Con un pizzico di rabbia e tanta malinconia giriamo tra le pietre che resistono allo scorrere del tempo e all’incuria. Nascosta tra l’erba riconosciamo la fonte sacra, poco più in là diverse capanne e, nascosto dalla macchia mediterranea, il nuraghe. Un sito del genere meriterebbe ben altre attenzioni e maggiore visibilità.

Le escursioni invernali 2 - DODICI

Le escursioni invernali 2 - TREDICI

Le escursioni invernali 2 - QUATTORDICI

Le escursioni invernali 2 - QUINDICI

Seguendo un sentiero appena riconoscibile tra la vegetazione abbandoniamo Pidighi proseguendo nel nostro itinerario verso Bauladu; troviamo l’asfalto che conduce alla fonte di Zinnuri dove effettuiamo una sosta.

Le escursioni invernali 2 - SEDICI

Le escursioni invernali 2 - DICIASETTE

Un panino, una sorsata d’acqua e diverse fotografie dopo ripartiamo verso l’ultima tappa della nostra uscita: il nuraghe Santa Barbara (evidentemente un nome comune per i nuraghi), praticamente alla periferia del paese. Qui è possibile accedere alla camera e raggiungere la terrazza; dall’alto sono facilmente leggibili i resti del villaggio che sorgeva attorno alla torre, compresi quelli della (probabile) capanna delle riunioni; secondo alcuni da questo insediamento avrebbe avuto origine l’odierno abitato; poco distante notiamo una muraglia megalitica e un’unica domus de janas visibile che visitiamo e fotografiamo.

Le escursioni invernali 2 - DICIOTTO

Le escursioni invernali 2 - DICIANNOVE

Le escursioni invernali 2 - VENTI

Le escursioni invernali 2 - VENTUNO

Percorriamo a ritroso le strade dell’andata fino al punto di partenza; abbiamo però ancora quasi due ore di luce e decidiamo di spenderle per visitare la chiesa campestre di San Gemiliano. Oltre alla chiesa, risalente al XVI secolo, il sito conserva i ruderi delle “cumbessias” e di un imponente nuraghe che presenta un interessante allineamento con il Santa Barbara di Villanova e il Benas, oltre a ospitare un olivastro secolare, un autentico patriarca verde.

Le escursioni invernali 2 - VENTIDUE

Le escursioni invernali 2 - VENTITRE

Le escursioni invernali 2 - VENTIQUATTRO

Le escursioni invernali 2 - VENTICINQUE

La nostra escursione volge al termine, ci prendiamo il tempo di una birra e quattro chiacchere in allegria prima di salutarci. L’inverno è ancora lungo e la nostra isola è come una bella donna piena di fascino che mostra le sue bellezze un po’ per volta.

Villanova Truschedu, 21.12.2014

 

Le foto sono di Sandro Pinna e Nicola Tornello

 

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Le escursioni invernali · capitolo 1

Direttamente dal racconto di uno dei protagonisti, Paolo Marras.

 

Le escursioni invernali · capitolo 1

Che poi proprio invernale non è, ma quasi…

Mi capita talvolta, magari dopo aver parlato con amici, di guardare con maggiore attenzione una cartina di località già percorse e di cogliere nuovi punti di interesse che mi erano sfuggiti per fretta, distrazione o mancata conoscenza.

Per questo, quando è possibile, faccio in modo di ritornarci seguendo il ritmo leggero e fluente delle ruote della mountain bike con l’idea di [ri]scoprire quei luoghi.

Con questo spirito, lunedì 8 dicembre, approfittando della giornata festiva e nonostante il rischio pioggia, con Gina, Sandro e Nicola abbiamo scelto Milis, in provincia di Oristano, come punto di partenza per la nostra esplorazione.

 

La prima tappa del nostro giro è stato il nuraghe Ortei, situato lungo la provinciale 17 che collega Milis a Paulilatino. Dopo aver saltato due bassi muretti a secco si giunge all’ingresso della torre, caratterizzata dall’architave scolpito (una delle cose mai notate nel corso delle mie precedenti visite). La tholos è integra, le nicchie ricavate all’interno della sala sono ampie e perfettamente leggibili e la scalinata è percorribile con l’ausilio di una torcia per illuminare l’interno.

 

Le escursioni invernali - UNO

Le escursioni invernali - DUE

Le escursioni invernali - TRE

Le escursioni invernali - QUATTRO

 

Appena dentro Paulilatino ci troviamo di fronte la domus de jana di Su Ladere, tanto piccola e quasi invisibile se non si dedica almeno un secondo, approfondito sguardo alla roccia che emerge da un terreno incolto alla periferia del paese.

 

Le escursioni invernali - CINQUE

 

Ci lasciamo alle spalle il Guilcer e raggiungiamo il Montiferru, ma nel percorrere la provinciale 11 tra Paulilatino e Bonarcado non possiamo non fermarci al cospetto di Sua Maestà il Lugherras; si possono utilizzare diversi aggettivi per descrivere questo monumento, ma a mio avviso nessuno di essi sarà sufficiente per rendere l’idea di ciò che si prova quando ce lo si ritrova davanti dopo aver percorso alcune centinaia di metri di sterrato, dopo esserci entrato e aver camminato tra e sulle pietre che ne compongono la struttura.

 

Le escursioni invernali - SEI

Le escursioni invernali - SETTE

Le escursioni invernali - OTTO

Le escursioni invernali - NOVE

Le escursioni invernali - DIECI

 

La pioggia ci sorprende all’altezza del ponte sul Rio Cispiri, ma dura poco, lasciamo alla nostra sinistra la chiesa campestre di Santa Cristina e giungiamo alla periferia del paese; poco distante dall’asfalto sorge Ponte Ezzu e lì ci dirigiamo per vedere quest’opera risalente presumibilmente al XVII secolo.

 

Le escursioni invernali - UNDICI

 

Facciamo una sosta all’ombra del santuario di Santa Maria di Bonacatu per concederci uno spuntino prima di ripartire per Seneghe dove avremmo voluto visitare il nuraghe Mesu Majore e la tomba di giganti detta Fach’e s’altare, monumenti resi accessibili dall’opera di volontari, ma un nuovo, abbondante acquazzone ci dissuade; sotto la pioggia affrontiamo la lunga discesa verso Milis.

 

Siamo stanchi e bagnati, consapevoli di esserci lasciati alle spalle alcune altre cose da vedere, ma sorridiamo perché siamo appagati dalla giornata trascorsa assieme a pedalare tra asfalti e sterrati che, ne siamo consapevoli, ci hanno mostrato solo una parte dei loro tesori.

 

Le escursioni invernali - DODICI

 

Milis, 08.12.2014

 

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Montevecchio umido… come sempre · 2014

Direttamente dal racconto di uno dei protagonisti, Paolo Marras.

In pochi forse sanno che il villaggio minerario Montevecchio è noto anche con il nome di Genna Serapis, dal nome dell’altopiano su cui fu fondato. Questa zona ha una storia millenaria, scritta con lo zinco e con il piombo da chi, con il proprio lavoro, lo ha estratto dalla profondità delle miniere.

Montevecchio - 01

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Oggi Montevecchio/Genna Serapis fa parte del Parco Geominerario della Sardegna e ha ospitato eventi di sicuro richiamo come la mostra Arresojas e la manifestazione Birras, oltre a essere il punto di partenza delle escursioni organizzate dalla A.S.D. Piccalinna, tra le più longeve nel panorama dell’off-road regionale e sicuramente una delle più interessanti sotto l’aspetto paesaggistico.

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A dirla tutta, oltre alla longevità e alla bellezza dei luoghi, la manifestazione è famosa anche per… la pioggia che, da qualche anno in qua, accompagna la nutrita schiera di appassionati che, con ardimento e sprezzo del pericolo (di prendersi un malanno) partecipa all’evento.

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L’equazione (Piccalinna + Montevecchio) x il numero di bikers = pioggia ha avuto l’ennesima conferma domenica 16 novembre 2014: dopo circa un’ora dalla partenza si sono sono verificate diverse leggere precipitazioni seguite da brevi e illusorie schiarite, piccoli inconvenienti stagionali insufficienti per dissuadere i bikers dal proseguire l’escursione.

Montevecchio - 07

Montevecchio - 08

Mentre il percorso scorreva via attraverso località e paesaggi di particolare bellezza e suggestione, le condizioni metereologiche sono andate via peggiorando fino a culminare in un violento acquazzone che mi ha colto in prossimità di un interessante sito di archeologia mineraria; le avversità atmosferiche hanno dato un sapore quasi epico all’impresa rendendo tecnici e impegnativi sentieri e salite normalmente percorribili, con l’irrinunciabile contorno di guadi e ruscelli da attraversare.

Montevecchio - 09

Tre o quattro giorni prima dell’evento qualcuno aveva scritto:

“Abbiate fede: domenica sarà una splendida giornata per pedalare”.

Aveva ragione.

 

Le foto sono di Giuliano Bichi e Nino Vaccargiu

 

 

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Terme Montana · Fordongianus 2014

Direttamente da racconto di uno dei protagonisti, Paolo Marras

Fordongianus ha una storia antica e suggestiva scritta sulla trachite con cui sono state costruite le sue case e i suoi monumenti. Sorto sulla sponda sinistra del Tirso, impreziosito dalla celebre vena di acqua calda (circa 50° gradi) che alimentava l’importante edificio termale edificato dai romani, snodo di traffici e avamposto militare in epoca pre-giudicale, ricco di testimonianze del passato (la casa aragonese, l’area archeologica, la chiesa di San Lussorio), il centro del Barigadu oggi è stato il punto di ritrovo per i partecipanti all’escursione perfettamente organizzata dagli amici della Kayak Fordongianus.

Terme Montana UNO

Terme Montana DUE

Terme Montana TRE

Il percorso è stato a tratti duro, ma mi ha offerto (nonostante la foschia) panorami spettacolari sulla valle del Tirso, sulle Barbagie e il Mandrolisai visti a 360° dal Grighine (il punto più alto del giro, a circa 600 metri slm, in prossimità della sorgente di Pedru Maggiu) e l’opportunità di esplorare un’altro pezzetto di territorio a me sconosciuto.

Terme Montana QUATTRO

Terme Montana CINQUE

Terme Montana SEI

No, non potevo davvero mancare a questo evento per rivedere vecchi amici e pedalare con loro, per conoscerne di nuovi, per condividere tutti assieme la sensazione di libertà che la mountain bike riesce a farci vivere, immersi in un contesto ambientale unico, al quale non facciamo spesso più caso e a cui dovremo rispetto.

Terme Montana SETTE

Terme Montana OTTO

È stato bello, infine, vedere tanti bambini che hanno preso parte all’escursione, vederli coinvolti, pedalare con impegno e lasciarsi contagiare dal loro entusiasmo.

Terme Montana NOVE

Terme Montana DIECI

Grazie di tutto amici di Fordongianus, grazie per il vostro impegno e per la cordialità e l’ospitalità con ci avete accolti.

Terme Montana UNDICI

Attrus annus mellus.

Fordongianus, 12.10.2014.

 

(Le foto sono di Tonino Pitzalis e Paolo Marras)

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Molentargius e Sella del Diavolo · Cagliari 2014

Direttamente dal racconto del protagonista, Paolo Marras

Alcune foto di un’escursione in una Cagliari inconsueta; quella di Molentargius, un luogo senza tempo circondato dalla modernità. Percorrere le sterrate tracciate al suo interno permette di avventurarsi tra storia e natura osservando alternativamente l’avifauna presente e vecchi caseggiati pertinenti a quella che fu per millenni l’attività esclusiva di questi luoghi: la produzione di sale.

Oggi invece questa è un’area protetta dove si può trascorrere un’ora di vacanza dagli impegni quotidiani pedalando tra canali e specchi d’acqua (dolce e salata: ci sono entrambe), seguendo con gli occhi l’inconfondibile profilo della Sella del Diavolo.

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Dopo aver abbandonato la rassicurante piatta di Molentargius, raggiungiamo Calamosca (in quanti hanno fatto lì la visita di leva?) e seguiamo la stradina “asfaltata” fino all’imbocco del sentiero che porta alla “Sella”. L’ascesa è gradevolmente tecnica e sul sentiero si alternano tratti in single track tra la macchia mediterranea e altri in cui le difficoltà sono più marcate: gradini di roccia e brevi strappi con pendenze rispettabili: in discesa ci sarà da divertirsi.

Giunti in vetta, ci affacciamo sul belvedere naturale abbracciando con uno sguardo d’insieme il porticciolo di Marina Piccola, il Poetto, Molentargius, Monte Urpinu… poco più in là i ruderi della torre spagnola, della postazione antiaerea della II guerra mondiale e emergenze archeologiche puniche e romane.

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Masua · Nebida 22 giugno 2014

Direttamente dal racconto del protagonista, Paolo Marras

…e pensare che l’escursione era decisamente partita male per me, con un incidente meccanico che mi ha costretto a restare notevolmente attardato fin dai primi chilometri su asfalto e a proseguire in solitaria per la maggior parte dell’itinerario compreso il mare e i monti tra Masua e Nebida, in provincia di Carbonia-Iglesias.

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Grazie alla traccia GPS, alle indicazioni lasciate lungo il percorso dagli organizzatori e alle tracce lasciate sul terreno dagli escursionisti che mi hanno preceduto ho così potuto godermi i fantastici scenari di questo angolo di Sulcis sospeso tra mare e miniere.

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Sul finire della “mia” escursione ho ritrovato il gruppo con il quale ho condiviso gli ultimi adrenalinici chilometri lungo ripide discese e scoscesi single track a picco sul mare sui quali spendere le ultime energie prima di tornare al punto di partenza e concedersi un tuffo rigenerante nel mare che si specchia di fronte al celebre Pan di Zucchero.

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