Meilogu · 2 giugno 2019
lunedì, 10 Giugno 2019 alle 7:00
Direttamente dal racconto di uno dei protagonisti, Paolo Marras
Il Meilogu è una sub regione che non ha confini certi; di certo c’è che ne fanno parte i comuni di Giave, Romana e Cossoine, esattamente dove, domenica 2 giugno, ci siamo regalati una piacevole escursione in un territorio che non conoscevamo, ma che ci ha piacevolmente colpiti per le sue bellezze naturali e storiche.
Si parte dalla stazione di Giave, a poche centinaia di metri dalla S.S. 131, direzione ovest verso Monte Traessu, la cui mole ci accompagnerà per tutta l’escursione. Lungo la salita (in asfalto) due piccole sorgenti ci offrono lo spunto per qualche foto.
Superata la Casa Cantoniera di “Sa Terralva” comincia lo sterrato che ci conduce prima al cospetto de “Sa Rocca Manna” (ai cui piedi si apre l’omonima grotta) e successivamente ad attraversare il candore di una cava di caolino.
Dopo una breve e adrenalinica discesa su un sentiero sconvolto dalle piogge comincia una lenta e, a tratti, impegnativa salita verso il monumentale santuario di Bonu Ighinu, in agro di Mara, celebre anche per aver dato il proprio nome a una delle culture prenuragichedella nostra isola.
Poche centinaia di metri a sud ovest è presente una vena sorgiva probabilmente destinata a dissetare i pellegrini i fedeli che abitavano le “cumbessias”.
Lasciato alle nostre spalle il santuario proseguiamo in salita fino alla grotta chiamata “Sa ‘Ucca ‘e su Tintirriolu“, legata ai ritrovamenti archeologici di cui sopra.
Dopo una lunga e faticosa salita “a spinta” (nel senso che si spinge la bici perché la salita è troppo ripida e scassata) riprendiamo a pedalare verso l’antica e suggestiva chiesa di Santa Maria Iscalas, in territorio di Cossoine, le cui origini si perdono nella notte dei tempi.
A poche decine di metri, direzione sud, è documentata una necropoli risalente all’età romana.
Prima di abbandonare il territorio di Cossoine visitiamo una piccola tomba di giganti “di Paddeu o Su Truppu” e, successivamente, il sito nuragico di Aidu e Corruoecomposto da due nuraghi, un villaggio e un’altra tomba di giganti molto interessante.
Qui, di fatto, si conclude la nostra escursione su un percorso che l’amico Giovanni Cocco ha voluto condividere con noi e che il mio “solito” compagno di viaggio Sandro Pinna ha documentato con le sue foto.
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