Direttamente dal racconto di uno dei protagonisti, Paolo Marras
Villacidro sorge «là dove la piana monotonìa del Campidano cede il passo agli ultimi contrafforti del sistema montuoso del Linas»; la citazione, tratta dal sito istituzionale del comune, descrive perfettamente ciò che l’occhio vede quando è in vista della cittadina del Medio Campidano. Villacidro è anche il paese natale dello scrittore Giuseppe Dessì e, in tempi più recenti, del ciclista Fabio Aru.
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Partiamo dalla periferia del centro abitato, sulla strada asfaltata verso il Monte Linas, costeggiamo il lago fino a raggiungere la foresta demaniale di Monti Mannu, dove cominciano le salite che caratterizzeranno lunghi tratti di questa nostra escursione. Ciò che più colpisce però è l’abbondanza di sorgenti e corsi d’acqua che incontriamo.
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Dopo aver lasciato alla nostra destra i ruderi della miniera di Canale Serci affrontiamo una lunga salita; fortunatamente il fondo stradale è compatto e ci permette di pedalare in agilità e di gestire le nostre forze durante l’ascesa.
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Aggiriamo Punta Pranu Ilixis e scolliniamo sotto ai 911 metri slm di Cuccurdoni Mannu raggiungendo infine località Matzanni dove visitiamo il celebre sito archeologico. La delusione è tanta nel constatare lo stato di abbandono in cui versa l’area: dei tre pozzi sacri due sono visibili e solo uno scavato e leggibile. Qui fu ritrovato un bronzetto noto con il soprannome di “Barbetta”. Poco distante, a sottolineare la sacralità di quest’area, sorgono i resti di un tempio punico.
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Da qui comincia la lunga discesa, 600 metri di dislivello in 13 km; ritroviamo la vista panoramica sul lago.
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A pochi km. dall’arrivo ci concediamo un’ultima digressione per una visita alla chiesa campestre di San Sisinnio, che troviamo affollata per una manifestazione legata alla ricorrenza del primo maggio.
Questo racconto è la sintesi di tre diverse escursioni sul Monte Linas in compagnia di Gina, Simona e Sandro.
Le foto sono di Simona e Sandro.